Il 14 aprile è stato arrestato in Kenya il capo di una setta religiosa, Paul Mackenzie, che predicava il digiuno come strumento di salvezza. Dopo aver ricevuto una denuncia la polizia ha lanciato un’indagine sulla Good news international church di Mackenzie, scoprendo che almeno una novantina di suoi seguaci sono morti in una foresta a Shakahola, vicino a Malindi. Il presidente keniano William Ruto ha paragonato l’episodio a un atto terroristico, compiuto da persone che “usano la religione per commettere atti deprecabili”, e ha promesso controlli più severi sulle organizzazioni religiose. Tuttavia, c’è chi accusa le forze dell’ordine e i servizi segreti di grave negligenza. In un editoriale il quotidiano Daily Nation scrive che erano stati lanciati degli allarmi, che però le forze dell’ordine e i leader comunitari avevano deciso di ignorare o minimizzare. Il quotidiano The Standard mette in guardia dal proliferare di “predatori spirituali” che sfruttano persone vulnerabili per trarne guadagno. Mackenzie era conosciuto come telepredicatore dal 2003, e si era trasferito a Shakahola nel 2019. ◆
Predatori spirituali
Le Comore contro Parigi
Il 24 aprile le Comore hanno impedito l’ingresso di una nave con a bordo un gruppo di persone deportate dal territorio francese di Mayotte, scrive Africa News. Sull’isola era cominciata l’operazione Wuambushu, con 1.800 poliziotti francesi impegnati a distruggere bidonville ed espellere persone senza documenti in regola. Il 25 aprile una corte di Mayotte ha bloccato l’operazione. Il governo delle Comore, da cui vengono molti immigrati che vivono in situazioni precarie a Mayotte, aveva detto di non voler accettare le persone espulse finché la Francia “agirà in modo unilaterale”.
Colloqui di pace in Tanzania
Il 23 aprile il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha annunciato l’inizio dei colloqui in Tanzania con l’Esercito di liberazione oromo (Ola), una milizia ribelle attiva nella regione dell’Oromia. Il gruppo ha accolto favorevolmente l’annuncio che, come spiega il sito Addis Standard, “potrebbe portare alla fine di un conflitto in corso da cinque anni”. Considerata dal governo un’organizzazione terroristica, l’Ola lotta contro la marginalizzazione degli oromo, il gruppo etnico più popoloso in Etiopia, a cui appartiene anche Abiy.
Punire le celebrità
Tre documenti ottenuti dalla Bbc Persian attraverso una fonte delle forze di sicurezza mostrano che subito dopo l’inizio delle proteste a metà del settembre 2022, le autorità iraniane hanno formato una commissione segreta per punire le celebrità che sostenevano la mobilitazione contro il regime. In una lettera datata 22 settembre, appena sei giorni dopo l’inizio delle proteste, la commissione ha mandato al ministero dell’economia una lista di 141 personalità chiedendo di agire contro di loro. Ne fanno parte la leggenda del calcio Ali Daei e l’attrice Taraneh Alidoosti, oltre ad artisti, sportivi e influencer che negli ultimi sette mesi sono stati sottoposti a sanzioni economiche, divieti di espatrio e detenzioni. Il 25 aprile l’ong Human rights watch ha pubblicato un rapporto in cui accusa le forze di sicurezza iraniane di aver “ucciso, torturato, aggredito sessualmente e fatto scomparire dei bambini” nella repressione delle proteste. Tra il settembre 2022 e il febbraio 2023 sono stati documentati abusi contro undici minori.
Il deputato giordano
Il 25 aprile migliaia di persone hanno manifestato contro la riforma della giustizia, mentre si svolgeva la cerimonia per il 75° anniversario della proclamazione dello stato d’Israele. Il giorno prima un palestinese aveva ferito cinque persone a Gerusalemme ed era stato ucciso da un civile armato. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di “attentato terroristico”. Il 23 aprile Israele ha arrestato Imad al Adwan, un deputato giordano accusato di voler trasportare illegalmente armi e oro in Cisgiordania. Secondo Al Quds al Arabi potrebbe trattarsi di “una punizione” per il sostegno di Al Adwan alla causa palestinese o per le critiche rivolte da Amman in seguito alle incursioni israeliane nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme.
Yemen Almeno 78 persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nella calca durante un evento benefico per la distribuzione di aiuti economici a Sanaa il 19 aprile, nel mese sacro di Ramadan.
Mozambico Da febbraio sono stati registrati più di 28mila casi di colera, metà dei quali riguardano bambini, ha dichiarato l’Unicef il 25 aprile. Due mesi fa il paese è stato colpito per la prima volta dal ciclone Freddy, che ha fatto chiudere un centinaio di centri sanitari e 250 punti per l’approvvigionamento di acqua potabile.
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