Il 4 settembre si è aperto a Nairobi, in Kenya, l’Africa climate summit, una riunione tra i leader africani in cui elaborare una serie di proposte da presentare alla conferenza sul clima Cop28, in programma a Dubai per fine novembre. Il quotidiano Daily Nation mette in evidenza la richiesta del presidente keniano William Ruto, che propone un piano per alleggerire il debito dei paesi del continente. La crisi climatica ha aggravato la situazione finanziaria di molti stati africani, che non hanno più risorse da investire sullo sviluppo perché devono pagare interessi molto alti. “Se non risolveremo il problema del debito, non risolveremo quello del clima”, ha detto Ruto. Nonostante produca solo una quantità minima di emissioni di gas serra, l’Africa deve sopportare gli effetti più gravi dei cambiamenti climatici. Per esempio in Kenya la siccità ha causato la morte di 2,5 milioni di capi di bestiame. Tra gli annunci fatti al vertice, gli Emirati Arabi Uniti hanno promesso 4,5 miliardi di dollari per sviluppare le energie rinnovabili in Africa, che è ancora in gran parte non elettrificata. ◆
Proposte africane sul clima
Milioni di profughi
In Sudan sono continuati il 2 e il 3 settembre gli scontri tra l’esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido. Un bombardamento aereo a sud di Khartoum ha ucciso almeno venti persone. Il sito Sudan Tribune scrive che il 4 settembre l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha stimato in 1,8 milioni il numero di persone che, entro la fine dell’anno, saranno fuggite nei paesi vicini a causa della crisi umanitaria. Da aprile più di un milione di persone ha lasciato il Sudan. Nella foto, un gruppo di profughe sudanesi.
Le vittime dell’incuria
Almeno 77 persone, tra cui più di una decina di bambini, sono morte nell’incendio scoppiato il 31 agosto in un grande edificio residenziale di cinque piani a Johannesburg. Nel palazzo, di proprietà dell’amministrazione comunale, vivevano centinaia di persone in condizioni di vulnerabilità, tra migranti molto poveri e richiedenti asilo. L’edificio era stato destinato a un rifugio per donne e bambini vittime di violenze, spiega il Mail & Guardian, ma almeno dal 2019 era occupato e non riceveva alcun tipo di manutenzione. Un’inchiesta dovrà stabilire le cause dell’incendio.
Incidente diplomatico
Il 29 agosto due turisti marocchini, Abdelali Mchiouer e Bilal Kissi (che aveva anche la nazionalità francese), erano in vacanza a Saidia, una località di villeggiatura in Marocco, vicino alla frontiera con l’Algeria. Quel giorno sono stati uccisi dalla guardia costiera algerina dopo che avevano superato inavvertitamente il confine a bordo delle loro moto d’acqua. Secondo Mohamed Kissi, fratello di una delle vittime e parte del gruppo di turisti, lui e i suoi amici si erano persi e le guardie hanno sparato senza avvisare. Un terzo turista è stato arrestato e condannato al carcere per essere entrato illegalmente in Algeria. Il settimanale marocchino Tel Quel si chiede quali saranno le ricadute dell’incidente, in un contesto di tensioni altissime e in “totale assenza di canali diplomatici tra i due paesi”. I confini terrestri tra Algeria e Marocco sono chiusi dal 1994 e nel 2021 Algeri ha rotto unilateralmente i rapporti diplomatici, dopo che Rabat aveva normalizzato i rapporti con Israele.
La polizia peggiora le cose
Il 3 settembre il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato duri provvedimenti contro gli eritrei che il giorno prima hanno partecipato ai disordini a Tel Aviv ( nella foto ), compresa l’espulsione di mille di loro. Gli scontri sono scoppiati durante una manifestazione organizzata dall’ambasciata eritrea per celebrare il trentesimo anniversario dell’indipendenza del paese. Alcuni richiedenti asilo, fuggiti dal regime di Isaias Afewerki, hanno cercato di sabotare l’evento e in seguito all’intervento della polizia la situazione è degenerata. Circa 150 persone sono rimaste ferite. Il Jerusalem Post riferisce che, secondo alcune organizzazioni per la difesa dei diritti dei migranti, la polizia ha fatto un uso eccessivo della forza e “questo sanguinoso fallimento poteva e doveva essere evitato”.
Siria Decine di persone sono morte negli scontri cominciati il 28 agosto tra le Forze democratiche siriane (una coalizione guidata dai curdi) e i combattenti arabi nella provincia di Deir Ezzor, nell’est del paese.
Rdc Due alti ufficiali congolesi sono stati arrestati dopo l’uccisione di 56 civili a una manifestazione che si era svolta il 30 agosto a Goma. Le forze armate avevano aperto il fuoco contro la folla che contestava la Monusco, la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite.
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