Europa

Pedro Sánchez non lascia

Pedro Sánchez a Madrid il 24 aprile 2024 (Jesús Hellín, Europa Press/Afp/Getty)

Il 29 aprile, cinque giorni dopo aver sospeso le sue attività istituzionali, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che resterà in carica. Il premier aveva preso una pausa in seguito alla denuncia per traffico di influenze avanzata da Manos limpias, un’associazione di destra, contro sua moglie, Begoña Gómez. Secondo Sánchez le accuse fanno parte di una campagna per screditarlo: come ricorda El Diario, “Vox e organizzazioni come lo pseudosindacato Manos limpias usano i tribunali contro gli avversari politici. Con querele e denunce cercano di criminalizzare qualsiasi cosa, dalle dichiarazioni alle nuove leggi”. Nel fine settimana migliaia di spagnoli erano scesi in piazza invitando Sánchez a non dimettersi. ◆

Processo agli eversivi

Stoccarda, 29 aprile 2024 (Thomas Lohnes, Getty)

Si è aperto il 29 aprile a Stoccarda il primo processo ai 27 Reichs­bürger (cittadini del Reich) arrestati il 7 dicembre 2022 per aver pianificato un colpo di stato in Germania e accusati di terrorismo e alto tradimento: si stavano preparando a “entrare con violenza nel parlamento tedesco”, a lanciare un “attacco armato contro gli organi costituzionali” e a rapire il presidente Frank-Walter Steinmeier. Tra gli imputati, ricostruisce la Zeit, ci sono un ex ufficiale dell’esercito, un’ex deputata del partito di estrema destra Alternative für Deutschland e un principe che sarebbe dovuto diventare il nuovo capo di stato.

Regolamento di conti

L’arresto del viceministro della difesa russo Timur Ivanov, accusato di corruzione, ha innescato una serie di speculazioni sulla stampa di tutto il mondo, ma secondo Echo Moskvy non ci sono conclusioni politiche da trarre: “In questa storia non c’è nessuna logica. È solo successo che in quel nido di serpenti che è la cerchia di Putin, dove tutti sembrano uniti ma in realtà sono pronti a tagliarsi la gola alla prima occasione , la situazione si è fatta più confusa. E i soldi che passavano per Ivanov adesso saranno gestiti da qualcun altro”.

Kiev ha bisogno di soldati

Dopo aver fatto approvare una legge che abbassa l’età per la coscrizione obbligatoria da 27 a 25 anni, il governo ucraino sta cercando di far rientrare nel paese gli uomini in età da arruolamento. Alle rappresentanze diplomatiche di Kiev all’estero è stato infatti vietato rilasciare o rinnovare passaporti a chi ha un’età compresa tra i diciotto e i sessant’anni. Secondo il settimanale Nv, le nuove misure avranno “un impatto pari a zero” e sono “una piccola vendetta dal sapore populista”, mentre il sito Unian le difende: “Non abbiamo bisogno di cittadini sulla carta, di numeri per le statistiche. Abbiamo bisogno di cittadini che confermino la loro identità con azioni concrete”, cioè “pagare le tasse e difendere il paese”. Nel frattempo sul territorio ucraino continuano i bombardamenti russi: il 29 aprile cinque persone sono morte a Odessa, mentre nei giorni precedenti erano stati colpiti diversi villaggi nella zona di Sumy ed erano state attaccate infrastrutture energetiche nelle regioni di Dnipropetrovsk, Leopoli e Ivano-Frankivsk. Le forze di Mosca continuano inoltre ad avanzare lungo la linea del fronte.

La scommessa di Sunak

Richieste di asilo nel Regno Unito, migliaia (bbc)

Dopo mesi di polemiche e dibattiti, il parlamento britannico ha approvato la legge sul trasferimento forzato dei richiedenti asilo in Ruanda. Come ha spiegato il primo ministro Rishi Sunak, che ha fortemente voluto il provvedimento, i primi voli per il paese africano partiranno entro metà luglio. La norma, commenta il New Statesman, è diventata “un simbolo della leadership di Sunak”, ma “il risultato finale è un compromesso che non soddisfa nessuno: né l’ala moderata dei conservatori, che si è rassegnata a sostenere una misura in cui non crede, né le fazioni di destra, convinte che la versione approvata sia troppo annacquata rispetto al progetto iniziale”. Il risultato è una “vittoria di facciata, che non consolida in nessun modo la credibilità del primo ministro” in vista delle elezioni del 2024.

Regno Unito Humza Yousaf, presidente dello Scottish national party (Snp) e capo del governo scozzese, ha annunciato le dimissioni da entrambe le cariche. Rimarrà al suo posto finché il partito non nominerà un successore. Il 25 aprile Yousaf aveva già reso nota le fine dell’alleanza di governo con i Verdi, sancita nel 2021 da Nicola Sturgeon, precedente first minister scozzese e leader dell’Snp.

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1561 - 3 maggio 2024
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