Corpo e mente

La vecchiaia non è così male

Peter Finch, Getty

Con la parola ageismo si intende la discriminazione nei confronti di una persona in base all’età. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa la metà della popolazione globale ha una visione negativa della vecchiaia. È una generalizzazione basata su stereotipi infondati, spiega New Scientist, con ricadute sulla vita e sulla salute di un gruppo sociale molto variegato. È stato dimostrato che l’ageismo modifica la percezione di sé degli anziani, aggravando le malattie fisiche o mentali che possono sopraggiungere con l’avanzare dell’età. Un modo per combattere questi pregiudizi è costruire interazioni tra diverse generazioni basate sulla reciprocità. ◆

Conversazioni digitali

Oggi comunicare è più facile che mai, scrive Dazed, ma con i messaggi le conversazioni sono diventate asincrone e questo può generare malintesi. Gli emoji, la punteggiatura e i tempi di risposta fanno parte del nostro “linguaggio del corpo digitale” e influenzano il modo in cui i messaggi sono recepiti, con conseguenze anche sulle relazioni. Per mantenere chiari i rapporti con amici e familiari ed evitare ambiguità è quindi utile parlare del proprio stile di comunicazione online, stabilendo confini e tempi di risposta.

Il senso di colpa dell’atleta

Maskot, Getty

Quando non facciamo sport dopo settimane di allenamento, ci possiamo sentire in colpa o tristi. Capita agli atleti di tutti i livelli, racconta El País, e le sensazioni negative possono peggiorare se la pausa deriva da una scelta personale. “Questo non è salutare”, commenta la psicologa dello sport Meritxell Bellatriu, perché bisogna ascoltare le esigenze del corpo e della vita quotidiana. Per mantenere la motivazione, l’allenatore Marc Bañuls consiglia di celebrare anche i piccoli risultati e di darsi obiettivi flessibili, in modo che l’attività fisica possa rimanere un piacere e non diventare l’ennesimo obbligo.

Diete da fare con cautela

Le diete chetogeniche riducono in modo drastico il consumo di carboidrati, aumentando quello delle proteine e soprattutto dei grassi. Secondo un nuovo studio pubblicato su Science Advances questo regime alimentare può avere effetti sulle cellule di cuore, reni, cervello e fegato. La ricerca ha mostrato che i topi alimentati con un particolare tipo di dieta chetogenica hanno accumulato cellule senescenti negli organi, le stesse che aumentano nel corpo umano quando invecchia. Normalmente il sistema immunitario si fa carico di eliminare questo tipo di cellule, perché se persistono possono causare problemi. Gli scienziati hanno sottolineato, tuttavia, che i topi che hanno fatto pause regolari dalla dieta non hanno riscontrato un aumento di senescenza cellulare. “Lo studio non prova che le diete chetogeniche sono dannose”, commenta il cardiologo statunitense W. H. Wilson Tang su Science, ma suggerisce che sarebbe meglio “essere più cauti”.

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1564 - 24 maggio 2024
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