Uno studio genetico ha rivelato che l’Homo sapiens si accoppiò con l’Homo neanderthalensis in Eurasia fino a tempi più recenti di quanto si pensasse. Il confronto del genoma di 58 individui vissuti tra i 45mila e i duemila anni fa con quello di 231 individui moderni suggerisce che circa il 5 per cento del nostro dna provenga da ibridazioni tra le due specie avvenute fino a 47mila anni fa. Lo scambio genetico sarebbe durato 6.800 anni, una finestra temporale “breve” su scala evolutiva. Molte delle sequenze neandertaliane sono state rapidamente rimosse, probabilmente perché evolutivamente svantaggiose. Altre analisi genetiche avevano rilevato interazioni frequenti tra i sapiens e i neandertal, spiegano gli autori della ricerca, pubblicata su bioRxiv e non ancora sottoposta a _ peer review_, ma questo studio aggiunge nuovi tasselli su come l’ibridazione abbia influenzato la storia e l’adattamento evolutivo degli esseri umani moderni.
Relazioni con i neandertal
Scarafaggi cosmopoliti
Uno studio potrebbe aver risolto il mistero sulle origini della Blattella germanica. Questo scarafaggio vive in molte aree antropizzate, ma non è mai stato trovato in un ambiente naturale. È stato osservato per la prima volta in Europa circa 250 anni fa, nei depositi alimentari degli eserciti durante la guerra dei sette anni. In realtà la Blattella germanica sembra provenire dall’Asia. I ricercatori hanno analizzato il dna di esemplariprelevati in 17 paesi. Ricostruendo l’albero genealogico, il parente più vicino è risultato essere la Blattella asahinai, che vive in India orientale e in Birmania. Probabilmente questa specie ha cominciato a colonizzare gli insediamenti umani circa 2.100 anni fa, parallelamente allo sviluppo dell’agricoltura e all’urbanizzazione, per poi diffondersi in Asia occidentale grazie ai movimenti commerciali e militari.L’arrivo in Europa, più o meno quattrocento anni fa, è stato probabilmente facilitato dalle attività delle Compagnie delle Indie britannica e olandese. Dopo aver raggiunto l’Asia sudorientale, l’Africa e la Cina, circa un secolo fa è arrivato anche nelle Americhe. La diffusione di questo insetto, che ama gli ambienti umidi e caldi, è stata favorita anche dall’adozione degli impianti idrici e di riscaldamento nelle abitazioni. ◆
Abitabile e vicino
Nella costellazione dei Pesci, ad appena quaranta anni luce di distanza dalla Terra, è stato individuato un esopianeta potenzialmente abitabile. Gliese 12 b ha dimensioni simili al nostro pianeta e orbita vicino a una stella nana rossa più fredda del Sole. Uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society stima che la temperatura in superficie sia intorno ai 42 gradi.
Il portfolio di Euclid
Grazie a Euclid, il telescopio spaziale lanciato nel 2023 dall’Agenzia spaziale europea, sono state pubblicate nuove immagini dell’universo, dati e una serie di articoli scientifici, disponibili online su arXiv. Gli strumenti di Euclid, che usano la luce visibile e gli infrarossi, hanno ripreso nel dettaglio 17 oggetti astronomici, tra cui la regione di formazione delle stelle dell’ammasso Messier 78 (nell’immagine).
Il ritorno di Alvin
Il batiscafo statunitense Alvin, in servizio dal 1964, sta per tornare in attività dopo l’ammodernamento che ha portato a 6.500 metri il suo limite massimo di profondità. La prima missione sarà nel Pacifico settentrionale lungo la costa dell’Alaska. Negli ultimi anni anche Francia, Russia, Giappone e Cina hanno costruito batiscafi che possono scendere a grandi profondità, scrive Science, ma il futuro dell’esplorazione dei fondali oceanici sembra appartenere ai veicoli robotici.
Biologia Uno studio pubblicato su Scientific Reports ha individuato un legame tra le dimensioni del naso dei maschi di nasica (Nasalis larvatus_, nella foto_) e il loro successo riproduttivo. Queste scimmie usano la cavità nasale come cassa di risonanza per emettere suoni con cui comunicare attraverso la foresta. Secondo gli autori le femmine potrebbero aver selezionato questo tratto in quanto segno di dominanza, portando all’evoluzione di nasi sempre più grandi.
Salute Il PsychEncode Consortium, che studia il cervello umano, ha pubblicato i risultati delle sue ultime ricerche sulle riviste Science, Science Translational Medicine e Science Advances. L’obiettivo del gruppo è studiare gli aspetti molecolari, cellulari e genetici delle condizioni neuropsichiatriche per collegare ogni patologia al tipo di cellula nervosa colpita.
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