“Una nuova ondata di movimenti di protesta si sta diffondendo in tutta l’Africa”, scrive The Continent, dal Kenya all’Uganda alla Nigeria. “Ad accomunarli, l’insofferenza per il carovita e la mancanza di opportunità. Alcuni commentatori, travolti dall’entusiasmo, hanno parlato di una ‘primavera africana’, ma c’è anche un lato inquietante. Sotto pressione, i governi ricorrono a ogni mezzo per restare al potere”. In Nigeria, dove l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari ha raggiunto il 40 per cento, in migliaia hanno partecipato a una manifestazione contro il governo il 1 agosto e nei tre giorni successivi. Le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 21 persone e ne hanno arrestate più di mille. Prima delle contestazioni, le autorità avevano pagato dei gruppi di cittadini per scendere in piazza a sostegno del governo. In Angola, a metà luglio, il parlamento ha approvato una legge “contro il vandalismo” che prevede dieci anni di carcere per chi filma o fotografa il lavoro dei dipendenti pubblici. Secondo chi critica il provvedimento, la norma ha l’obiettivo di scoraggiare i cittadini dal controllare l’operato degli statali e dal partecipare a proteste contro il governo. ◆
Strumenti contro il dissenso
Una decisione criticata
Il 30 luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha riconosciuto, in una lettera al re Mohammed VI ( nella foto ), il piano marocchino di autonomia del Sahara Occidentale del 2007 come “sola base per arrivare a una soluzione politica”. Una svolta per la diplomazia francese nel Maghreb, scrive Le Monde Afrique, che è stata duramente criticata dal Fronte Polisario, il movimento indipendentista del popolo sahrawi, e che ha fatto salire le tensioni con l’Algeria. Poche ore dopo Algeri ha richiamato l’ambasciatore a Parigi.
Contratti da rivedere
“Le nuove autorità senegalesi hanno fatto un passo in più verso la rinegoziazione dei contratti petroliferi, minerari e del gas stretti con le aziende straniere”, scrive Sud Quotidien. Il governo di Ousmane Sonko, eletto con la promessa di difendere la sovranità nazionale e gli interessi dei cittadini, ha nominato il 21 agosto una commissione incaricata di riesaminare gli accordi firmati dal precedente governo. Il Senegal è diventato produttore di petrolio a giugno e dovrebbe presto cominciare a sfruttare il suo gas naturale. Dakar conta su queste risorse per fare progressi economici .
Parlano ancora le armi
Un rapporto di Amnesty international pubblicato il 25 luglio sostiene che il Sudan, dove la guerra tra due generali rivali in corso dall’aprile 2023 ha già causato quasi 19mila morti e milioni di sfollati, riceve un flusso di armi costante e senza ostacoli da vari paesi (Russia, Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Serbia e Yemen). Le Nazioni Unite hanno imposto un embargo sulle armi solo nella regione del Darfur, ma viene facilmente aggirato. Una tendenza preoccupante è l’uso di armi generalmente destinate ai civili, come fucili da caccia, acquistate in grandi quantità dalle forze governative o dalle milizie. ◆ Per fermare il conflitto dal 14 agosto sono in corso a Ginevra dei negoziati, a cui però non partecipano i rappresentanti del governo. Sono stati fatti passi avanti solo sulla questione degli aiuti umanitari. A inizio agosto era stata dichiarata la carestia nel campo profughi di Zamzam, nell’ovest del paese.
Siccità Circa 68 milioni di persone – il 17 per cento della popolazione degli stati della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc) – hanno bisogno di aiuti per affrontare la siccità causata dal Niño, che ha provocato un drastico calo dei raccolti e del bestiame. L’ha dichiarato il 17 agosto Elias Magosi, il segretario della Sadc. I paesi più colpiti sono Malawi, Zambia e Zimbabwe ( nella foto, un pozzo a Mudzi, Zimbabwe, 2 luglio 2024 ).
Iraq Il 15 agosto il governo ha rinviato l’annuncio della data in cui si concluderà la missione della coalizione antijihadista guidata dagli Stati Uniti sul territorio nazionale. Il motivo sono gli “ultimi sviluppi” regionali.
Iran Il 21 agosto il parlamento dominato dai conservatori ha approvato i diciannove ministri nominati dal presidente riformista Masoud Pezeshkian, senza chiedere neanche una modifica per la prima volta dal 2001. Tra di loro ci sono Abbas Araghchi, un diplomatico moderato favorevole a una distensione con l’occidente, che guiderà il ministero degli esteri; e l’unica donna, Farzaneh Sadegh, al ministero delle strade e dello sviluppo urbano. È la seconda ministra dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979.
Libia La banca centrale ha ripreso le attività il 19 agosto, dopo la liberazione di un suo dirigente che era stato rapito. Una settimana prima l’istituto era stato assediato da uomini armati che chiedevano il licenziamento del governatore. La banca centrale è dello stato libico, ma opera in autonomia ed è molto influente, controllando i ricavi della vendita di petrolio.
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