Alle elezioni presidenziali del 27 ottobre Yamandú Orsi (nella foto), il candidato del partito di sinistra Frente amplio, ha ottenuto il 43,9 per cento dei voti. Al ballottaggio il 24 novembre affronterà Álvaro Delgado, del Partito nazionale, di centrodestra, che ha avuto il 26,7 per cento dei consensi. “Orsi e Delgado appartengono a due blocchi ideologici diversi, ma in termini di programmi politici le loro proposte hanno più affinità che differenze”, ha detto a Bbc mundo il politologo uruguaiano Adolfo Garcé. L’affluenza alle urne ha raggiunto il 90 per cento: in Uruguay il voto è obbligatorio. ◆
Combattere l’obesità
“La presidente Claudia Sheinbaum, in carica da un mese, ha annunciato una serie di misure per affrontare il problema dell’obesità infantile in Messico, tra cui il divieto di vendere cibo spazzatura dentro e fuori le scuole a partire da marzo 2025”, scrive il sito Infobae. L’obiettivo è favorire uno stile di vita più salutare e spingere bambini e bambine fin dalla scuola primaria a bere soprattutto acqua e non bibite gassate. Secondo i dati ufficiali, in Messico più di 16 milioni di persone tra i 5 e i 19 anni sono obese o sovrappeso.
Brutte notizie per Boric
“Il 26 e il 27 ottobre in Cile più di quindici milioni di persone sono state chiamate a votare per i sindaci di tutti i municipi in cui è diviso il paese, i consigli comunali e i governatori regionali”, scrive La Tercera. La destra del partito Chile vamos ha ottenuto la maggior parte dei comuni, compreso quello della capitale Santiago, considerato un indicatore importante in vista delle elezioni presidenziali dell’anno prossimo. Parlando dal palazzo della Moneda, il presidente di sinistra Gabriel Boric ha detto il 27 ottobre che “nessuno dei partiti può attribuirsi una vittoria schiacciante”.
Grandi giornali in difficoltà
“Due dei giornali più letti e influenti degli Stati Uniti, il Washington Post e il Los Angeles Times, sono finiti al centro delle polemiche a causa della decisione dei proprietari di non prendere posizione in vista delle presidenziali del 5 novembre”, scrive Npr. Secondo le ricostruzioni dei giornali, l’endorsement del Washington Post a favore della candidata democratica Kamala Harris, scritto dalla redazione che si occupa degli editoriali, è stato bloccato poco prima della pubblicazione a causa delle pressioni di Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del giornale. “Alcuni hanno ipotizzato che Bezos sia intimorito da un’eventuale amministrazione Trump, visto che le sue altre aziende hanno molti contratti con il governo federale”, scrive il New York Times. La decisione è stata contestata da decine di redattori, alcuni opinionisti hanno lasciato il giornale e in pochi giorni almeno 200mila persone hanno cancellato i loro abbonamenti digitali, infliggendo un duro colpo per una testata che già vive un periodo difficile a livello economico. Anche il proprietario del Los Angeles Times, l’imprenditore nel settore delle biotecnologie Patrick Soon-Shiong, ha deciso di bloccare l’endorsement a favore di Harris. La scelta ha portato alle dimissioni di Mariel Garza, responsabile degli editoriali del quotidiano.
Molte città alla destra
“Il secondo turno delle elezioni amministrative in Brasile si è concluso con una vittoria della destra moderata e una bocciatura pesante per il Partito dei lavoratori del presidente Lula”, scrive la Folha de S.Paulo. A São Paulo, la metropoli più grande dell’America Latina, Ricardo Nunes, del Movimento democratico brasiliano, ha vinto con più del 59 per cento dei voti sul candidato sostenuto da Lula, Guilherme Boulos. “L’equilibrio ha avuto la meglio sull’estremismo”, ha detto Nunes dopo la sua rielezione. Il partito di Lula si è affermato solo a Fortaleza, capitale dello stato di Ceará. Al Partito liberale dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro è andata leggermente meglio: i suoi candidati hanno vinto nelle capitali di due stati.
Brasile Il 25 ottobre l’azienda mineraria Vale e l’australiana Bhp hanno firmato un accordo con il governo brasiliano. Pagheranno un risarcimento di quasi 28 miliardi di euro per il collasso nel 2015 della diga di Mariana, nel Minas Gerais.
Haiti Il 24 aprile le Nazioni Unite hanno reso noto che nell’ultima settimana almeno diecimila persone sono state sfollate nel paese a causa della violenza delle bande criminali, soprattutto nella capitale Port-au-Prince e nei dintorni. Dall’inizio di settembre gli sfollati interni hanno superato i 700mila.
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