Dopo il voto, la piazza

Tbilisi, Georgia, 28 ottobre 2024 (Giorgi Arjevanidze, Afp/Getty)

Le elezioni legislative che si sono tenute in Georgia il 26 ottobre non sembrano aver risolto l’instabilità politica e le tensioni che si trascinano da mesi. “Com’era prevedibile”, scrive Le Monde, “il partito conservatore e filorusso Sogno georgiano, fondato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili e al potere da dodici anni, ha rivendicato la vittoria con il 54 per cento dei voti. Com’era prevedibile, la commissione elettorale ha confermato il risultato. E com’era prevedibile, le opposizioni europeiste hanno denunciato brogli e manipolazioni”. Gli osservatori internazionali hanno parlato di pressioni sugli elettori e condizioni elettorali sfavorevoli per i partiti di opposizione, mentre la presidente Salomé Zourabichvili ha denunciato la “falsificazione totale” del voto, dichiarando di non riconoscerne la validità e invitando i georgiani a scendere in piazza per protestare. La sera del 28 ottobre il suo appello è stato accolto da decine di migliaia di persone, che hanno manifestato contro i brogli, sventolando bandiere europee e chiedendo che il paese non interrompa il percorso di avvicinamento all’Ue. La quale, come hanno fatto anche la Nato e gli Stati Uniti, ha chiesto un’indagine per far luce sulle irregolarità del voto. Come racconta il sito georgiano OC Media, attraverso il loro portavoce, Giorgi Vashadze, le opposizioni hanno fatto sapere di non voler aprire un confronto con Sogno georgiano e hanno chiesto lo svolgimento di nuove elezioni sotto l’egida della comunità internazionale. “L’Unione europea e gli Stati Uniti devono dire chiaramente che sono pronti ad adottare sanzioni contro Ivanishvili e i dirigenti del suo partito se le accuse dell’opposizione saranno confermate o se le proteste saranno represse con la violenza”, scrive il Financial Times. “Non farlo significherebbe tradire le speranze di centinaia di migliaia di georgiani, soprattutto giovani, in un futuro di democrazia”. ◆

Elezioni infinite

Le elezioni legislative del 27 ottobre – le settime in tre anni e mezzo – hanno confermato la frammentazione politica della Bulgaria, senza risolvere lo stallo istituzionale in cui si trova il paese. Come a giugno, la vittoria è andata al partito conservatore e populista Gerb dell’ex premier Bojko Borisov, con il 25,5 per cento dei voti, seguito dai liberali di Continuiamo il cambiamento (13,7 per cento). In parlamento ci saranno nove partiti di orientamenti molto diversi, e formare un governo stabile sarà difficile. Secondo il sito romeno G4Media la crisi in corso è un problema serio per il paese, perché “allontana gli investimenti stranieri, frena le riforme anticorruzione e mette a rischio anche i fondi europei”.

La sinistra verso il governo

Janis Laizans, Reuters/Contrasto

Il Partito socialdemocratico lituano (Lsdp) ha vinto il secondo turno delle elezioni legislative, conquistando 32 dei 63 seggi in palio, seguito dall’Unione della patria della premier uscente Ingrida Šimonytė. Come spiega Delfi, l’Lsdp ha 52 seggi sui 141 del parlamento, ma non la maggioranza assoluta. Dovrà quindi provare a formare un’alleanza di governo, alla cui testa potrebbe esserci la leader del partito Vilija Blinkevičiūtė ( nella foto ).

Watson chiama Parigi

Francia, 12 ottobre 2024 (Emmanuelle Pays, Hans Lucas/Afp/Getty)

Dopo aver passato più di cento giorni in carcere a Nuuk, la capitale della Groenlandia, l’attivista ambientale Paul Watson ha presentato domanda di cittadinanza francese il 24 ottobre. Watson, che è cittadino danese, aveva chiesto asilo politico alla Francia, ma la richiesta era stata respinta perché secondo il ministro degli esteri di Parigi una “domanda di asilo può essere presentata solo se si è nel territorio del paese a cui viene inoltrata”, spiega Libération. Watson, 73 anni, è in carcere in attesa di una decisione sulla domanda di estradizione avanzata dal Giappone, che lo accusa di essere corresponsabile di danni e lesioni a bordo di una baleniera giapponese nel 2010, nell’ambito di una campagna condotta dalla sua ong Sea shepherd.

Regno Unito Il cargo maltese Ruby, contenente ventimila tonnellate di nitrato di ammonio, una sostanza chimica usata come fertilizzante ma altamente esplosiva, è approdato nel porto inglese di Great Yarmouth. Secondo la società di gestione della nave il carico non presenta rischi. Il cargo, partito a luglio dal porto russo di Kandalakša, era diretto in Africa ma era stato danneggiato durante la traversata. La quantità di nitrato di ammonio che trasporta è sette volte superiore a quella coinvolta nell’esplosione avvenuta nel 2020 al porto di Beirut.

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1587 - 31 ottobre 2024
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