“Il primo ministro Ousmane Sonko è il grande vincitore delle elezioni del 17 novembre 2024, in cui è riuscito a sbaragliare gli avversari”, scrive Le Quotidien, commentando l’esito delle legislative anticipate in Senegal. Il voto era stato convocato a settembre dal presidente Bassirou Diomaye Faye per rafforzare il controllo sul parlamento del suo partito, il Pastef. Secondo le previsioni dei giornali senegalesi, questa formazione potrebbe ottenere almeno 130 seggi su 165, mentre alla coalizione dell’ex presidente Macky Sall resterebbero una quindicina di deputati. “I senegalesi hanno espresso il loro consenso perfino alle politiche economiche di austerità annunciate dal governo”, commenta Le Quotidien. Il sito Seneplus, fa notare che Faye dovrà fare un delicato esercizio di equilibrismo tra le aspettative della popolazione – che chiede più posti di lavoro, misure contro il carovita e servizi pubblici migliori nelle zone rurali – e le richieste del Fondo monetario internazionale, che a settembre ha congelato 1,8 miliardi di dollari di finanziamenti dopo una verifica sulle finanze pubbliche senegalesi. ◆
Parlamento sotto controllo
Un ritmo insostenibile
“Il ritmo dei bombardamenti nel nord della Striscia di Gaza è insostenibile”, scrive il quotidiano palestinese Al Quds. Il 17 novembre 2024 almeno sessanta persone sono state uccise in vari raid israeliani ( nella foto, la vittima di un bombardamento su un campo profughi a Deir al Balah ). Il più sanguinoso ha colpito un edificio di cinque piani a Beit Lahia, uccidendo almeno trentaquattro persone e lasciandone decine sotto le macerie. Il 19 novembre il ministero della sanità gestito da Hamas ha annunciato un nuovo bilancio delle vittime: da quando ha lanciato l’offensiva nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha ucciso 43.972 persone e ne ha ferite 104.008. Il 14 novembre un comitato speciale delle Nazioni Unite ha affermato in un rapporto che i metodi di guerra impiegati da Israele nella Striscia di Gaza “hanno le caratteristiche di un genocidio”. Le violenze continuano anche in Cisgiordania. Il 19 novembre tre palestinesi sono stati uccisi in un’operazione militare israeliana nei dintorni di Jenin. Secondo i dati dell’Unicef, il fondo dell’Onu per l’infanzia, dal 7 ottobre 2023 i soldati israeliani e i coloni hanno ucciso 171 bambini in Cisgiordania, uno ogni due giorni. Altri mille sono stati feriti.
I profughi in Egitto
Il 18 novembre la Russia ha posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, proposta da Regno Unito e Sierra Leone, per chiedere la fine delle ostilità in Sudan. Il veto russo è stato duramente criticato da Londra e Washington, ma è stato accolto con favore dalle autorità sudanesi che fanno capo ad Abdel Fattah al Buhran, il comandante delle forze armate che dall’aprile 2023 si scontrano con i paramilitari delle Forze di supporto rapido. ◆ Secondo uno studio del gruppo di ricerca sul Sudan della London school of hygiene and tropical medicine, la guerra ha causato 61mila morti solo nello stato di Khartoum. ◆ Nell’est del Sudan crescono le preoccupazioni per l’arrivo di due milizie sostenute dall’Eritrea. Sono alleate dell’esercito, spiega il sito Sudan war monitor, ma hanno i loro interessi politici e i loro obiettivi, nonché rapporti diretti con Asmara. ◆ A novembre l’Egitto è il paese che ospita il maggior numero di profughi sudanesi: più di 1,2 milioni sui 2,1 milioni di persone che hanno lasciato il Sudan dallo scoppio della guerra. Il 17 novembre i deputati egiziani hanno votato a favore di una legge che per la prima volta assicura dei diritti ai rifugiati e ai richiedenti asilo nel paese, scrive Al Masry Al Youm, permettendo all’Egitto di allinearsi con le convenzioni internazionali in materia.
Minatori in trappola
Da più di due settimane centinaia di minatori non autorizzati non escono da una miniera d’oro abbandonata a Stilfontein ( nella foto, una protesta dei familiari ), in Sudafrica, per paura di essere arrestati. All’inizio di novembre, in un’operazione di polizia contro le attività minerarie illegali, il governo ha schierato degli agenti all’ingresso dei pozzi in disuso per impedire di portare acqua e viveri ai minatori e costringerli a uscire. Da allora sono risalite più di mille persone, subito arrestate, ed è stato recuperato un corpo. Un gruppo di attivisti locali ha avuto il permesso di mandare provviste a persone che potrebbero essere troppo deboli per uscire senza aiuti. La prima squadra inviata dalle autorità è arrivata sul posto il 19 novembre.
Gabon Nel referendum del 16 novembre il 91,8 per cento degli elettori ha approvato la nuova costituzione proposta dal regime militare del generale Brice Oligui Nguema. Entro l’agosto 2025 sono previste le elezioni presidenziali, a cui il leader della giunta potrà candidarsi.
Somaliland Il leader dell’opposizione Abdirahman Mohamed Abdullahi, detto Irro, ha vinto le presidenziali del 13 novembre nell’autoproclamata repubblica del Somaliland. Irro, che ha ottenuto quasi il 64 per cento, ha sconfitto il presidente uscente Muse Bihi Abdi.
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