La sentenza emessa da un tribunale olandese al termine del processo per l’abbattimento del volo Mh17, avvenuto il 17 luglio del 2014, ci ricorda che l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina è cominciata più di otto anni fa. Le indagini internazionali hanno meticolosamente ricostruito gli eventi che portarono alla morte di 298 civili, smentendo le ricostruzioni proposte dalla Russia. Confrontarle con le conclusioni degli investigatori è un ottimo modo per capire come funziona la propaganda del Cremlino.
Il verdetto ha un valore puramente simbolico. Finché il regime russo resta al potere i condannati non andranno in prigione, e neanche tutti gli altri soldati russi che hanno commesso e stanno commettendo crimini di guerra nei territori occupati dell’Ucraina.
Il processo per l’Mh17 dovrebbe rappresentare una spinta ad avviare subito azioni legali contro questi crimini. Di fronte alla loro gravità niente impedisce di creare, anche prima che il conflitto finisca, un tribunale speciale internazionale che documenti i fatti e avvii i primi procedimenti contro i responsabili già identificati. In questo modo aumenterebbero le probabilità che prima o poi i colpevoli paghino per i loro crimini. ◆ gac
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Questo articolo è uscito sul numero 1488 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati