A tre mesi dalla fine del conflitto, in cui sono rimasti uccisi più di 2.100 palestinesi, gli inviati dell’Onu sono arrivati a Gaza per condurre un’indagine sulla violazione delle strutture dell’Onu, sia da parte di Israele sia da Hamas, durante la guerra.
Durante il conflitto gli attacchi dell’esercito israeliano avevano colpito almeno sei strutture delle Nazioni Unite, uccidendo trenta palestinesi che si erano rifugiati al loro interno. Secondo Israele, queste strutture erano usate dai ribelli come base per sparare missili oltre confine. In alcune scuole dell’Onu in effetti erano stati ritrovati missili nascosti da Hamas.
L’inchiesta durerà tre settimane ed è stata voluta dal segretario generale Ban Ki-moon.
Sia Israele sia Hamas hanno riferito di essere a disposizione degli investigatori. Israele però ha fatto sapere che non collaborerà con il Consiglio per i diritti umani dell’Onu che sta esaminando possibili crimini di guerra a Gaza in una seconda indagine.
Paul Hirschson, portavoce del ministro degli esteri israeliano, ha affermato che l’inchiesta di Ban Ki-moon “potrà aiutarci a migliorare la nostra prestazione nel corso del conflitto e potremo imparare dai nostri errori”.
Per Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, “il processo selettivo con cui Israele decide di impegnarsi in un’inchiesta e boicottarne un’altra è inaccettabile e danneggia la reputazione delle Nazioni Unite prima di tutto”. Reuters
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