La nave cargo iraniana Shahid (testimone), carica di 2500 tonnellate di beni di prima necessità destinati allo Yemen, è stata inviata nel golfo persico “in coordinamento con l’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari”. Lo ha sostenuto il viceministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, in risposta all’invito del Pentagono di consegnare il carico attraverso il centro di smistamento dell’Onu in Gibuti, di fronte alle coste yemenite.
La nave, salpata da Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, è diretta verso capo Hodeida, un porto yemenita sul Mar Rosso controllato dai ribelli sciiti houthi. Washington ha fatto sapere che sta “monitorando” la nave iraniana, provocando l’ira di Teheran che ha messo in guardia contro qualsiasi tentativo di ispezionare l’imbarcazione. Teheran ha riferito che sono in corso altre consegne di medicinali e cibo via aerea attraverso l’Oman e Gibuti.
L’Arabia Saudita, alla guida di una coalizione araba per contrastare l’avanzata dei ribelli sciiti, accusa Teheran di fornire armi alle milizie sciite houthi. Teheran ha però smentito qualsiasi coinvolgimento militare. La crisi umanitaria scatenata dai combattimenti in Yemen tra i ribelli e le forze governative fedeli al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, è stata definita “catastrofica” dalle Nazioni Unite. L’organizzazione internazionale si è servita della tregua umanitaria iniziata il 12 maggio e che durerà 5 giorni (ma è già stata violata più volte), per distribuire gli aiuti ai milioni di yemeniti colpiti.
L’Arabia Saudita e i ribelli houthi si accusano a vicenda di aver violato per primi il cessate il fuoco. È giunta inoltre la notizia, da fonti houthi, che due aerei della Croce Rossa e di Medici senza frontiere sono riusciti ad atterrare nella capitale Sanaa, sotto il controllo dei ribelli. Intanto il governo yemenita in esilio in Arabia Saudita, a causa delle tensioni degli ultimi giorni, ha richiamato il suo incaricato di affari in Iran.
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