La sera del 17 novembre il primo ministro giapponese Shinzō Abe è stato ricevuto a New York alla Trump tower, il quartier generale del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Le discussioni “franche e cordiali” si sono svolte in “un’atmosfera gradevole”, ha dichiarato Abe alla fine dell’incontro durato un’ora e mezza, senza rivelare nulla circa il contenuto del colloquio visto il suo carattere non ufficiale. “Sono convinto che Trump sia un dirigente che merita grande fiducia”, ha ribadito il leader giapponese. Per il miliardario statunitense si trattava del suo primo incontro in qualità di presidente eletto con un leader di un paese straniero.

Il primo ministro giapponese è preoccupato per il futuro dell’alleanza tra i due paesi. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha destato l’attenzione di Tokyo rimettendo in discussione le alleanze militari statunitensi create in Asia dopo la seconda guerra mondiale. Trump ha ventilato l’ipotesi di un ritiro delle truppe statunitensi dal Giappone e dalla Corea del Sud se non ci sarà un aumento significativo del sostegno finanziario dei due paesi alle missioni statunitensi.

Un terreno d’intesa
Inoltre il presidente neoeletto, sempre durante la campagna elettorale, aveva fatto capire che per Washington sarebbe auspicabile che il Giappone e la Corea del Sud si dotino di armi atomiche. Affermazioni che, scrive il New York Times, oggi nega di aver fatto. In risposta Abe aveva riaffermato il suo impegno a non sviluppare l’arma atomica: “Qualunque iniziativa in questo senso andrebbe incontro a una forte opposizione in Giappone, l’unico paese ad aver subìto un attacco nucleare”.

I due hanno affrontato anche la delicata questione della collaborazione transpacifica (Ttp), l’accordo di libero scambio firmato in febbraio e che Trump ha criticato in più occasioni. L’accordo, che dovrebbe rilanciare la debole crescita economica del Giappone e servire da contrappeso alla Cina, è costato ad Abe delle concessioni politicamente dolorose.

Questi argomenti non sono stati approfonditi più di tanto in questo primo incontro. Ma Trump e Abe hanno molte probabilità di trovare un terreno d’intesa. “Per chi lo conosce”, scrive il Financial Times, “Abe ha più facilità a stringere delle relazioni con politici che condividono i suoi punti di vista conservatori e nazionalisti”, come il primo ministro indiano Narendra Modi. E Trump si avvicina molto di più a questo profilo del presidente uscente Barack Obama.

Secondo un alto responsabile del ministero degli esteri giapponese, Tokyo dovrà aspettare che Trump assuma le sue funzioni per poter valutare bene la serietà dei suoi impegni nelle attuali alleanze di sicurezza.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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