Marocco
Il numero di morti provocato dal terremoto l’11 settembre ha superato le 2.800 persone. Lo ha dichiarato il ministro dell’interno. I feriti sono 2.562. Le autorità marocchine hanno accettato offerte di aiuto da Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.
Libia
Nelle alluvioni dell’11 settembre che hanno colpito la Libia orientale sono rimaste uccise duemila persone, e si teme che il bilancio si aggravi. Le città più colpite sono Bengasi, Susa, al Bayda, al Marj e Derna. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, imponendo un coprifuoco e la chiusura di scuole e negozi, nonché la sospensione di tutte le attività lavorative tranne quelle di emergenza.
Corea del Nord-Russia
Il leader nordcoreano Kim Jong-un è arrivato in treno in Russia per incontrare il presidente Vladimir Putin. L’ha annunciato il 12 settembre l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. I due paesi hanno confermato il vertice nel contesto del crescente isolamento di Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina.
Filippine
La vincitrice del premio Nobel per la pace Maria Ressa il 12 settembre è stata nuovamente assolta dall’accusa di evasione fiscale. Tuttavia, il futuro della giornalista investigativa, che ha denunciato gli eccessi delle politiche antidroga del governo filippino, rimane incerto perché deve ancora affrontare altri due processi. I problemi legali di Ressa sono cominciati nel 2016 con l’elezione alla presidenza di Rodrigo Duterte, che ha scatenato la censura contro i mezzi d’informazione indipendenti con procedimenti penali, arresti arbitrari e attacchi online.
Israele
Migliaia di israeliani sono scesi in piazza l’11 settembre davanti alla corte suprema di Gerusalemme per protestare contro la riforma della giustizia voluta dal governo nazionalista guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che dall’inizio dell’anno divide la società israeliana. Le manifestazioni si sono svolte alla vigilia di un’udienza considerata cruciale dall’opposizione: la corte deve esprimersi sui ricorsi presentati contro il primo articolo del disegno di legge, adottato alla fine di luglio.
Mali
Gli ex ribelli del nord del Mali hanno dichiarato di essere “in guerra” con la giunta al potere a Bamako, in un comunicato stampa ricevuto dall’Afp e diffuso sui social network. Il Coordinamento dei movimenti Azawad (Cma), un’alleanza di gruppi prevalentemente tuareg che hanno combattuto lo stato centrale maliano prima di firmare un accordo di pace nel 2015, invita “tutti gli abitanti di Azawad a scendere in campo per contribuire allo sforzo bellico con l’obiettivo di difendere e proteggere la patria e riprendere così il controllo dell’intero territorio nazionale azawadiano” . Azawad è un nome di origine tuareg per il nord del Mali, oggetto delle richieste di indipendenza tuareg. Da mesi le tensioni tra la Cma e la giunta stanno crescendo e si teme la fine del cosiddetto accordo di pace di Algeri e la ripresa delle ostilità iniziate nel 2012.
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