Mentre i casi di covid-19 aumentano in tutto il Regno Unito, nel paese imperversa un dibattito sul modo migliore di affrontare l’emergenza. Alcuni vorrebbero “lasciare che il virus faccia il suo corso”, mentre altri preferirebbero maggiori limitazioni con la possibilità di imporre un lockdown totale, come durante la prima ondata della pandemia. Ma forse esiste una terza soluzione.

In questi giorni, infatti, si fa strada l’idea secondo cui i governi potrebbero introdurre una serie di lockdown preventivi, ognuno della durata di circa due settimane. In questo caso le chiusure potrebbero essere programmate per coincidere con le vacanze scolastiche, in modo da minimizzare le conseguenze negative per il sistema formativo. Nel Regno Unito significherebbe imporre un lockdown ogni due mesi.

In apparenza il concetto ricalca quello dei lockdown “intermittenti”, di breve durata e particolarmente rigidi, ventilato da alcuni scienziati che collaborano con il governo britannico, tra cui il consulente scientifico Patrick Vallance. L’Irlanda del Nord ha imposto un lockdown di questo tipo il 16 ottobre, mentre il Galles lo ha fatto a partire dal 23 ottobre.

Tuttavia esiste una differenza cruciale tra le due strategie: i lockdown preventivi sarebbero introdotti periodicamente in momenti prestabiliti, anche se il numero dei casi di contagio fosse relativamente basso. La possibilità di conoscere in anticipo le date delle chiusure ne ridurrebbe l’impatto sull’attività economica, mentre la durata breve e la scadenza predeterminata potrebbero renderli più accettabili per la popolazione.

La durata specifica elimina l’incertezza, che è una delle cause dell’ansia e delle difficoltà emotive

È difficile valutare gli effetti di questa strategia sulla diffusione del virus, ma si presume che possano ridurre regolarmente il numero di casi. Nella migliore delle ipotesi questo approccio potrebbe evitare la necessità di un lockdown prolungato come quello imposto durante la prima ondata della pandemia.

In questo momento esiste una maggiore consapevolezza delle conseguenze del lockdown sulla salute mentale delle persone a cui viene impedito di frequentare amici e familiari. Le chiusure preventive potrebbero attenuare leggermente questi disagi. “La durata specifica elimina l’incertezza, che è una delle cause dell’ansia e delle difficoltà emotive”, conferma Charlotte Hilton, psicologa delle East Midlands.

Le attività commerciali come i pub, i ristoranti e i negozi di prodotti non essenziali subirebbero comunque una riduzione degli introiti. Nel caso in cui i lockdown di due settimane fossero programmati ogni due mesi, infatti, questi esercizi resterebbero chiusi per un quarto del tempo. Ma è altrettanto vero che conoscendo a priori le date delle chiusure sarebbe più facile creare un piano finanziario più efficace.

Sfortunatamente l’annuncio improvviso di un lockdown cancella tutti i vantaggi della pianificazione. Quindi in questo momento è già troppo tardi per arginare gli effetti del lockdown “intermittente” che potrebbe essere introdotto a breve nel Regno Unito.

Come possiamo sapere che i lockdown preventivi siano una soluzione migliore rispetto all’introduzione di restrizioni sociali in seguito a un aumento dei casi (con il percorso inverso quando il contagio rallenta)? Questa strategia non è stata sperimentata in nessun paese del mondo, dunque è impossibile misurarne gli effetti sulla diffusione del virus, sulla salute mentale e sull’economia. Tuttavia un modello elaborato da Graham Medley e dai suoi colleghi della London School of Hygiene & Tropical Medicine suggerisce che un lockdown nazionale della durata di due settimane introdotto alla fine di ottobre dimezzerebbe il numero di decessi nel periodo compreso tra l’imposizione del blocco e la fine dell’anno. Dato che nel Regno Unito la sanità pubblica è responsabilità delle autorità locali, una decisione simile andrebbe presa dai governi delle quattro nazioni che ne fanno parte. Al momento della stesura dello studio di Medley, il lockdown proposto per ottobre sarebbe stato preventivo. Il documento è reperibile online ma non è stato ancora pubblicato su una rivista scientifica.

Ora che i casi di contagio sono in aumento in gran parte del paese, ci si chiede se le restrizioni in atto siano sufficienti o se invece le quattro nazioni che compongono il Regno Unito dovrebbero introdurre un lockdown totale e non preventivo.

Un percorso di questo tipo sarebbe simile a quello seguito da Israele il mese scorso, quando il governo ha introdotto un lockdown di tre settimane per rispondere al rapido aumento dei casi. Dopo aver rinviato di una settimana la fine del lockdown, le autorità israeliane stanno cominciando ad alleggerire le restrizioni.

All’inizio di ottobre, nel Regno Unito, i componenti di un comitato consultivo sul covid-19 chiamato Independent Sage hanno consigliato un lockdown totale e immediato in tutto il paese, della durata di due o tre settimane, seguito da misure restrittive meno severe nelle settimane successive.

Secondo Christina Pagel, che fa parte dell’Independent Sage e proviene dall’University College London, i lockdown preventivi regolari non sarebbero necessari se il governo britannico utilizzasse la chiusura proposta per incrementare i test e il tracciamento dei contatti. “Non vogliamo continuare a chiudere. Pianificare le chiusure significa ammettere il proprio fallimento”.

Michael Edelstein, dell’università israeliana di Bar-Ilan di Ramat Gan, è invece convinto che la pianificazione sia essenziale, ma anziché imporre una serie di lockdown prestabiliti preferirebbe che i governi trovassero un accordo su una soglia di contagi oltre cui far scattare la chiusura: “Non c’è tempo di discutere per settimane”.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale New Scientist.

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