Due studi indipendenti hanno confermato che spargere polvere di roccia sui campi coltivati per favorire la rimozione di anidride carbonica può sensibilmente migliorare la resa delle coltivazioni, scrive New Scientist.
Le rocce basaltiche reagiscono naturalmente con l’anidride carbonica disciolta nell’acqua, trasformandosi in carbonati. Questo processo, chiamato meteorizzazione, può essere accelerato se i minerali sono ridotti in polvere, aumentando la superficie esposta all’acqua.
Negli ultimi anni diverse aziende hanno cominciato a sperimentare questa tecnica come soluzione a basso costo per la rimozione dell’anidride carbonica, ma finora la sua efficacia non era stata quantificata.
Due ricercatori dell’università di Sheffield, nel Regno Unito, hanno confrontato per quattro anni la resa di appezzamenti coltivati a mais e soia, su alcuni dei quali venivano sparse cinquanta tonnellate di polvere di basalto all’anno per ettaro insieme ai fertilizzanti. In questi ultimi la resa è aumentata del 16 per cento per la soia e del 12 per cento per il mais.
I ricercatori hanno attribuito questo effetto al miglioramento del pH del suolo e ai nutrienti come il fosforo e il potassio rilasciati dalla meteorizzazione. Secondo le loro stime, l’aggiunta del basalto ha permesso di rimuovere tra le 6,7 e le 14,3 tonnellate di anidride carbonica per ettaro.
Un altro studio, condotto dall’azienda Undo Carbon, ha rilevato un aumento della produttività compreso tra il 9 e il 20 per cento.
I risultati degli studi potrebbero convincere più agricoltori a provare questa tecnica, i cui effetti collaterali sull’ambiente sono considerati potenzialmente minori di altri metodi basati sulla meteorizzazione, come immettere polvere di olivina nelle acque degli oceani.
Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta.
Iscriviti a Pianeta |
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Pianeta
|
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
Iscriviti |
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it