Il tragitto da casa al lavoro in Sudafrica può essere caotico e imprevedibile. Una nuova piattaforma di dati open source spera di fare un po’ di ordine, o almeno spera di aiutare qualcun altro a farlo.

Il caos deriva da un sistema di trasporti pubblici inadeguato e da una rete di trasporto informale ricca di veicoli che sfrecciano per le strade senza alcuna regolamentazione. Per la prima volta, i dati dei due sistemi sono stati raccolti in un’unica mappa da Where is my transport, una startup che vuole migliorare i trasporti nelle città dei paesi emergenti usando i dati.

L’azienda ha mappato il tragitto di treni, autobus e minibus di Città del Capo. I minibus in particolare presentano delle difficoltà perché sono difficili da individuare: sono migliaia, possono trasportare circa 15 persone e trasformano qualsiasi angolo in una fermata, spesso bloccando il traffico. Sono il mezzo di trasporto più economico, e si spostano nei quartieri di Città del Capo e in tutto il paese. Al tempo stesso sono poco sicuri, e a volte sono coinvolti in incidenti stradali.

Una mappa di Città del Capo e dintorni con alcuni tragitti dei taxi minibus. (Where is my transport)

Devin De Vries, uno dei fondatori della piattaforma, racconta di essersi ispirato al progetto Digital Matatus di Nairobi. “L’ecosistema dei trasporti è complesso”, spiega De Vries a Quartz. “Ecco perché abbiamo reso open source la nostra piattaforma, nella speranza che diversi terminali – app, siti web eccetera – attingano ai dati e li rendano accessibili a tutti”.

Si potrebbe così arrivare, spera De Vries, ad app per pianificare gli spostamenti come Moovit o Transit per i pendolari africani, o aiutare le città a mappare meglio i loro sistemi di trasporto pubblico. Il sistema di mappatura è stato creato grazie all’attività di 13 raccoglitori di dati locali che hanno attraversato, registrato e verificato 657 tragitti singoli. Where is my transport è inoltre in comunicazione con la città, le associazioni di tassisti e i pendolari, con l’obiettivo di creare dati utili a tutti, non solo a sviluppatori ambiziosi.

Una pendolare di Città del Capo, Leah Lamour, spera che i dati open source possano rendere gli spostamenti più sicuri: di notte ha paura a prendere un taxi e teme i parcheggi e le fermate al buio.

Sarebbe poi utile, aggiunge, se la piattaforma includesse anche il nome degli autisti, i loro datori di lavoro, i permessi e le patenti, come fanno altri servizi di taxi per pendolari più ricchi. “I dati in tempo reale sarebbero una gran cosa per me”, dice. “Mi sentirei più sicura, i trasporti pubblici perderebbero il loro stigma negativo”.

La sfida per il futuro di Where is my transport è capire se la tecnologia potrà sostituirsi alla vivace cultura dei taxi, espressa da autisti un po’ sbruffoni e passeggeri che si sporgono dai finestrini per contrattare al volo le tariffe o scambiarsi consigli di viaggio. Ci vorrebbe una tecnologica che parli sia agli autisti sia ai pendolari.

De Vries e la sua squadra stanno ancora lavorando per creare un modo per tracciare in tempo reale questa struttura irregolare. Where is my transport ha già cominciato a mappare altre città.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo è uscito su Quartz.

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