La squadra di calcio dello Sheriff Tiraspol, che ha sconfitto il Real Madrid nella seconda giornata della Champions league, è solo una piccola parte di un impero aziendale costruito da due ex funzionari del Kgb e che domina l’economia della repubblica separatista della Transnistria.
La vittoria contro il Real Madrid 13 volte campione d’Europa, alla fine di settembre, ha portato il club sulla mappa del grande calcio mondiale. E una serie di dieci risultati utili in Europa gli ha fruttato più di 21 milioni di euro: una fortuna per un pesce relativamente piccolo del calcio europeo, ma una cifra trascurabile per i due investitori che stanno dietro alla squadra.
La vittoria dello Sheriff nella fase a gironi di Champions League, nel celebre stadio Santiago Bernabeu, ha portato sotto i riflettori i due ex funzionari del Kgb che hanno costruito il club. Ma il calcio non è il loro unico interesse.
Rapida espansione
Victor Gușan, 58 anni, e Ilya Kazmaly, 59 anni, dominano l’economia della Transnistria – la regione separatista filorussa della Moldova dove ha sede lo Sheriff – da quando si è emancipata dall’autorità di Chișinău dopo mesi di combattimenti, nel 1992, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica.
E lo Sheriff Tiraspol è solo la vetrina e uno strumento di influenza dell’impero aziendale Sheriff, che ha interessi in settori come caviale, automobili, carburanti, medicina, vodka, servizi alberghieri, telecomunicazioni, banche, assicurazioni, immobiliare e mezzi d’informazione. Oggi la Sheriff è la principale contribuente privata al bilancio della Transnistria, ma la sua ascesa è costellata di aspetti controversi.
La Transnistria è un lembo di terra lungo circa quattrocento chilometri e largo meno di venti. È uno stato autoproclamato ma non ha riconoscimento internazionale. Neppure da parte della Russia, che ha dispiegato alcune truppe sul suo territorio. La Transnistria è stata il fiore all’occhiello dell’economia moldava. Dopo la guerra Gușan e Kazmaly hanno finito per controllarne buona parte.
La Sheriff è arrivata a possedere più della metà delle aziende registrate in Transnistria
Tutto è cominciato nel giugno del 1993, quando i due uomini – entrambi cittadini moldavi, ucraini e russi – hanno fondato la loro prima azienda, la Sheriff. Quattro anni dopo hanno assunto il controllo della Agroprombank, la principale banca della regione ribelle, e nel 1998 hanno fondato la Interdnestrcom, l’unico operatore di telecomunicazioni in Transnistria, che ha cominciato le sue attività con un capitale di 1,6 milioni di dollari.
Nel 2002 la Sheriff ha messo le mani sulla fabbrica di amido della città di Bender. Nel 2005 su quella di cereali e sul forno di Tiraspol, capoluogo della Transnistria. Poi è stato il turno della fabbrica tessile Tirotex, seguita nel 2006 dalla Kvint, il principale produttore di bevande alcoliche, perlopiù brandy e vini. In seguito i due soci sono riusciti a privatizzare il deposito di petrolio di Tiraspol e la fornace. La Sheriff ha continuato a espandersi anche dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008, fino a possedere più della metà delle aziende registrate in Transnistria. Nel marzo 2012 l’azienda è diventata interamente di proprietà di Gușan, e Kazmaly è stato nominato direttore responsabile.
Accuse di spionaggio
Nei primi anni duemila la Interdnestrcom è entrata nel mercato ucraino con il nome di Intertelecom, diventando uno dei quattro principali operatori di telecomunicazioni del paese.
Un’azienda offshore cipriota chiamata Odinaco limited ne possiede il 49 per cento delle azioni mentre le restanti sono divise tra vari investitori ucraini. La Odinaco limited può contare anche su quattro altre aziende offshore, a Cipro, Panama e nelle Isole Vergini britanniche, secondo i documenti pubblicati da Rise, una testata di giornalismo investigativo moldava.
La Intertelecom è diventata famosa per aver portato le chiamate vocali e i servizi internet alle aree rurali dell’Ucraina. Ma nel 2014, due mesi dopo che la Russia ha annesso la penisola della Crimea, gli oligarchi della Transnistria hanno nuovamente registrato la Intertelecom come un’azienda russa attiva nella Crimea “russa”.
Dai documenti risulta che il proprietario della nuova azienda è Vyacheslav Chernikevich, ex direttore della Interdnestrcom a Tiraspol e contatto stretto di Gușan, proprietario di una villa da 650 metri quadri a Vilkovo, la cosiddetta “Venezia ucraina”, alla foce del Danubio. Chernikevich gestisce anche le attività d’estrazione di criptovalute della Sheriff in Transnistria. Nel 2016 i servizi segreti ucraini (Sbu) hanno cominciato a indagare sulla russa Intertelecom, sospettandola di attività di spionaggio e intercettazione delle telefonate mobili in Ucraina per conto dell’esercito russo.
Legami con la Germania
Quando l’estrazione di criptovalute ha preso piede in Transnistria, la Sheriff è stata inevitabilmente coinvolta. La Transnistria ha beneficiato per anni di una fornitura gratuita di gas da parte della russa Gazprom, una fonte di energia a basso costo da vendere in Moldavia e da usare in patria. E parte di quell’energia è prodotta nella centrale elettrica della Sheriff, Tirotex-Energo.
A differenza di quanto accade in Moldova, sotto la guida del leader secessionista Vadím Krasnoselskij – che in passato ha lavorato per Gușan alla Sheriff – Tiraspol ha legalizzato la produzione di criptovalute nel gennaio 2018. Nello stesso momento la Goweb international ltd, un’azienda di proprietà russa e registrata nelle Isole Vergini britanniche, ha firmato un contratto da 8,7 milioni di dollari per consegnare strumenti per l’estrazione di criptovalute a un’azienda di Tiraspol chiamata Tirsteklo e posseduta dalla Sheriff.
Anche l’azienda tedesca Tirastel, di proprietà di Gușan, Kazmaly e di un cittadino tedesco, ha importato strumenti per l’estrazione di criptovalute di un valore di vari milioni di dollari nel 2017, che sono stati consegnati alla Tirsteklo e alla Interdnestrcom.
I giornalisti del Centro per il giornalismo investigativo della Moldova hanno individuato in Gușan e nel tedesco Andrea Reich i proprietari dell’azienda Kartina digital, fondata a Wiesbaden, in Germania, nel 2008. La Kartina è responsabile della messa in onda di circa 160 canali russi grazie alla tecnologia iptv, oltre al canale Tsv della Transnistria, di proprietà della Sheriff. L’azienda è stata anche accusata dai mezzi d’informazione tedeschi di agevolare la messa in onda di messaggi del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Afd), tramite la sua ridiffusione di canali russi.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito su Balkan Insight.
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