Questo articolo è uscito nel gennaio 2020 sul numero 4 di Internazionale Kids.

Ogni anno l’Orchestra filarmonica di Londra trascorre più o meno tre mesi in viaggio. La scorsa stagione ha suonato negli Stati Uniti, in Corea del Sud, in Cina, in Belgio, in Germania, in Spagna e in altri paesi. Molte altre orchestre vanno regolarmente in tour. Da qui sorge spontanea la domanda: come fanno a trasportare tutti quegli strumenti?

Un’orchestra è composta da circa cento musicisti. Ognuno suona almeno uno strumento, ma i percussionisti e i suonatori di fiati spesso anche di più. Molti di questi strumenti sono dei pezzi unici estremamente delicati, e valgono migliaia di euro. Di conseguenza, spostarli è già di per sé uno spettacolo, quasi quanto una sinfonia.

Prima che lo chiediate: no, non possono essere presi a noleggio. I musicisti hanno un rapporto molto personale con il proprio strumento, che spesso suonano da anni. Sono in sintonia con il peso, la forma e con il timbro dello strumento, che contribuisce al suono unico di ogni orchestra.

“Subito prima della finale di Wimbledon non daresti mai a un tennista come Roger Federer una racchetta diversa da quella che usa di solito”, dice Damian Davis, responsabile dei trasporti della Filarmonica di Londra. “Lo stesso principio vale per i musicisti”.

Questo significa che tutto, dal minuscolo ottavino all’arpa più grande, deve viaggiare con i musicisti. È possibile che le orchestre in tour si portino dietro anche il guardaroba, i leggii e gli spartiti, così come il podio e la bacchetta del direttore. Mettendo tutto insieme si può arrivare a un carico di sei tonnellate, spiega Hans Gregor Klammer, che da quindici anni trasporta gli strumenti di diverse orchestre.

Un carico prezioso
I preparativi per un tour cominciano con due o tre mesi di anticipo. “Prima di fissare le date, prenotare le sale per i concerti e cominciare a vendere i biglietti, bisogna essere certi che la tabella di marcia funzioni”, dice Klammer. E questo dipende in gran parte da quanto tempo ci vuole a spostare gli strumenti da una città all’altra.

I preparativi per il trasporto cominciano appena finisce un concerto. Prima di tutto, i musicisti ripongono gli strumenti nelle custodie. Poi li sistemano dentro ai flightcase, dei bauli rettangolari con un’imbottitura di gommapiuma.
Gli strumenti voluminosi, come le arpe o i contrabbassi, hanno il proprio baule, mentre quelli più piccoli, come i flauti o i violini, vengono “incastrati” in un baule con altri strumenti simili.

Internazionale Kids 4. La copertina di Perrine Honoré

Il modo in cui si posizionano è fondamentale: il manico di un violoncello può spezzarsi se viene inserito nel baule a testa in giù. Gli addetti alla logistica ricontrollano sempre i bauli prima di chiuderli e caricarli su un camion. Se invece viaggiano in aereo, i flightcase vengono portati all’aeroporto, impilati sopra pedane di alluminio e fissati con delle cinghie. Davis supervisiona tutte le fasi per essere sicuro che ogni baule sia caricato nel modo giusto.

Un’altra cosa importante è la temperatura. Se uno strumento di legno come una viola o un oboe si surriscalda, la colla con cui è assemblato può ammorbidirsi facendolo deformare. Se invece la temperatura è troppo bassa, il legno e la colla cominciano a restringersi e lo strumento può incrinarsi. “Il freddo è il nemico principale”, dice Davis.

Al caldo delle coperte
Per evitare rischi, gli strumenti viaggiano su mezzi di trasporto climatizzati. I sensori nelle custodie controllano la temperatura, l’umidità e le vibrazioni a cui gli strumenti sono sottoposti durante il viaggio. Poi comunicano i dati all’ufficio centrale, dove Klammer e i suoi colleghi possono tenerli d’occhio.

Alcuni anni fa, di ritorno da un tour in Cina, gli strumenti della Filarmonica di Londra furono scaricati per un’ispezione doganale in un terminal senza riscaldamento nell’aeroporto di Pechino. Fuori c’erano quindici gradi sottozero. “Gli strumenti erano passati dal caldo di una sala da concerti al freddo di un hangar”, racconta Davis. “Un rapido sbalzo di temperatura rischiava di danneggiarli”.

Davis era così preoccupato che gli addetti del cargo uscirono di corsa e tornarono con un centinaio di coperte dell’esercito cinese. Poi aprirono i bauli e con delicatezza avvolsero a una a una le custodie per tenerle al caldo. Con grande sollievo di Davis, gli strumenti sopravvissero al freddo e tornarono a Londra sani e salvi (insieme alle coperte, che l’orchestra conserva ancora).

Le dogane possono essere un problema anche al di là delle questioni legate alla temperatura. Molti strumenti antichi contengono materiali ricavati da animali che oggi sono a rischio di estinzione. Spesso gli archetti dei violini o di strumenti antichi contengono parti d’avorio che servono per bilanciarli. Le impugnature degli archetti possono essere rivestite con pelle di varano, un rettile simile a una grossa lucertola che rischia di sparire dalla faccia della terra.

Per evitare problemi, i responsabili dell’orchestra devono documentare minuziosamente i materiali con cui è stato realizzato ciascuno strumento e quando è stato comprato. Se il carico non corrisponde a quanto riportato nella documentazione può essere confiscato, quindi è fondamentale che i documenti siano corretti.

Applausi!
Nonostante lo stress, per i responsabili di un’orchestra andare in tour è un’esperienza gratificante, perché girano il mondo e si ritrovano a risolvere di continuo problemi nuovi e interessanti. Davis racconta che nel momento in cui il direttore d’orchestra alza in aria la bacchetta e i musicisti cominciano a suonare, può finalmente tirare un sospiro di sollievo. “Quando alla fine arriva l’applauso del pubblico, sai di aver fatto un buon lavoro”.

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