“Sei solo uno stupido sbirro mangiaciambelle!”. L’agente Constantine dà uno schiaffetto amichevole all’agente Kuchner, che sta flirtando in polacco con la ragazza dietro il bancone della pasticceria Peter Pan di Manhattan boulevard, a Brooklyn. Lei ha un vestito verde con il colletto e i polsini rosa pastello. Sbatte le sue lunghe ciglia. Constantine è alto. I suoi zigomi risaltano con decisione da un orgoglioso volto afro-americano.
Si toglie il berretto e sotto la fodera spunta la foto di sua madre. Al commissariato del novantaquattresimo distretto, a Messerole street, proprio dietro l’angolo, è l’ora del cambio di turno. Io ordino una classica ciambella e un caffè: un dollaro e settanta. Gli agenti Sanchez e Suarez si stanno mostrando le foto dei figli. Alla cintura hanno una grossa torcia e una pistola.
La cameriera cigliuta mi riempie la tazza, che è identica ad altre otto milioni di tazze sparse nei bar di tutta la città: blu, con un manico ad anfora e la scritta “Siamo felici di servirvi” in caratteri greci. Lei dice che le piace il mio accento. A me piace di più il suo. Sembra quasi cantato, proveniente da un luogo misterioso a metà strada tra l’Europa orientale e Brooklyn. Un cartello di plastica verde punteggiato di trifogli annuncia l’imminente arrivo del giorno di san Patrizio.
“Per garantire l’assicurazione (sic) della freschezza tutti i nostri prodotti sono cucinati sul posto”. La grata di ventilazione sul soffitto è ricoperta da filamenti di polvere che pendono come un tappeto di lana. Un tizio con i baffi bianchi protesta: aveva chiesto una bomba alla marmellata, non una ciambella. Ciglia lunghe gli indica un foro di colore viola sul dolce e una mascella sbalordita si spalanca sotto i baffi bianchi.
“Ehi… una vera novità! Marmellata nella ciambella!”. La morde. “È buona. È proprio buona!”. Poi si gira e stampa sulle labbra della moglie un bacio che sa di baffi zuccherati. Lei storce la bocca ma ha gli occhi felici.
Colori accesi come quelli dei libri di cucina anni cinquanta pulsano dalle glasse sui dolci. Verde, giallo, rosa, minuscole palline di confetti argentati che sembrano interferenze di raggi catodici. Do un morso alla ciambella e risucchio il caffè nella bocca strapiena. La pasta è dolce e leggera, la superficie fresca e croccante. Gli sbirri non sono stupidi. Queste sono le migliori ciambelle di New York.
- Internazionale, numero 638, 20 aprile 2006*
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