Molti si lamentano perché in Italia la pubblicità degli ultimi governanti somiglia alla pubblicità di un formaggino. Ma l’inverso mi sembra più preoccupante: compriamo formaggini pubblicizzati come i nostri attuali governanti. A chi dei due è peggio credere?
Ingenuamente continuiamo a comprare cibi, bevande, automobili e prodotti come se fossero davvero salutari e innocui (perché ogni giorno ce lo ripete la pubblicità). “Se la bevi si vede” o “Leggera lei, leggero tu” sono idiozie martellate miliardi di volte dai venditori di acque minerali nella plastica.
Dimostrare che si tratta di bugie non è così facile come sembra. Invece è molto più facile verificare le verità del partito della pubblicità quando cerca di vendere un governo. Vediamo per esempio cosa dice da due settimane sulle elezioni.
Decine di capi di stato si sono congratulati con Prodi per la sua vittoria. Ma, poveretti, non sanno di essersi sbagliati. Perché secondo il partito della pubblicità i vincitori sono gli altri. Uno di loro è addirittura indignato con “la sfrontatezza di chi, con arroganza, millanta di aver vinto per una piccola manciata di voti di differenza generata da brogli, imbrogli e irregolarità” quando “la somma totale dei voti di oltre metà dei cittadini sancisce la nostra vittoria che, ancora una volta, cercano di rubare”.
A dirlo è il senatore Tomassini del comitato nazionale di Forza Italia, primario e ginecologo, “autore di 150 pubblicazioni scientifiche”, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema sanitario. Insomma uno che se non fosse preciso e affidabile ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli a dargli in mano la nostra salute.
Vittoria, maggioranza e brogli, sono questi i tre concetti con cui lo stato maggiore pubblicitario martella in tv. Mastrolindo in persona dichiara la “vittoria morale, politica e di consensi” avendo “più del 50 per cento degli italiani scelto la Casa delle libertà” ed essendoci stati “brogli assolutamente unidirezionali” e “clamorose irregolarità”. “Politicamente non abbiamo perso le elezioni.
Aritmeticamente vedremo i riscontri”, gli fa eco il suo vice Fini, introducendo la sostanziale differenza tra le vittorie politiche e quelle aritmetiche. Anzi no, anche l’aritmetica è dalla parte della pubblicità: “Più di metà degli italiani vuole a palazzo Chigi ancora Berlusconi, autentico vincitore morale” dichiara Bonaiuti.
“Al senato abbiamo la maggioranza assoluta” dichiarano Mastrolindo, Gasparri, Schifani, Bondi, Campa e Novi. Ma quanta maggioranza? 350mila voti dice Bonaiuti, 400 rincara Bertolini, 430 precisa Campa, 450 rilancia Bondi, quasi mezzo milione assicura Ghedini in tv, “senza quasi” lo corregge La Russa. “Due milioni” spara la ministra dell’istruzione Letizia Moratti, che forse confonde la somma con la media. Infine Mastrolindo: “Siamo la prima coalizione d’Italia. (…) Siamo i vincitori morali. (…) Facendo la somma di tutti i voti la Cdl prevale sulla sinistra per 220mila voti”.
Mastrolindo arriva a questa cifra sommando gli elettori della camera, dove si vota dai 18 anni, e quelli del senato, dove si vota dai 25 anni, come se si trattasse di persone diverse. È lo stesso modo di contare dei mercanti di audience, quando scrivono che le ultime olimpiadi hanno avuto nel mondo 20 miliardi di telespettatori.
Da questo conto, mai fatto in nessun altro paese, è interessante comprendere come nella testa del settantenne padrone di Publitalia e di Forza Italia, chi ha meno di 25 anni conta come un cittadino e chi ne ha di più conta come due. È la stessa logica dell’ex commercialista Fininvest Tremonti, secondo cui loro hanno vinto “nelle regioni dove si produce il 60 per cento del pil del paese”.
Dicono che il commercialista voglia cartolarizzare anche i voti, moltiplicando ogni voto per un coefficiente proporzionale al reddito. Ed è – ci risiamo – la stessa logica dei mercanti di telespettatori, che hanno appena cercato di manomettere l’Auditel, dando più peso ai telespettatori in età da maggiori acquisti, cioè togliendo vecchi e bambini.
A differenza di promesse come “Cose buone dal mondo”, con cui i peggiori produttori di sigarette cercano di vendervi anche i formaggini (ma senza filtro), le affermazioni del partito italiano della pubblicità si possono confrontare con quelle del sito del ministero dell’interno.
Lì trovate che, anche sommando gli elettori di camera e senato come se fossero persone diverse, la parte di Mastrolindo ha preso 75.921 voti in meno dell’altra parte, con i voti italo-argentini della lista di Luigi Pallaro che ha già dichiarato che voterà col governo.
Se contate i voti per il senato includendo davvero tutti gli elettori, cioè anche quelli di Val d’Aosta e Trentino e quelli all’estero, il vantaggio di Mastrolindo è 141.116 voti e la sua maggioranza non è assoluta ma del 49,62 per cento, 0,39 per cento più dell’Unione. Se contate tutti gli elettori della camera, hanno votato per Prodi 154.909 persone in più (lo 0,4 per cento) che per Mastrolindo; se contate anche i voti della lista sudamericana di Pallaro, che ha dichiarato che voterà per il nuovo governo, il vantaggio di Prodi è di 217.037 voti, con una quota del 50,22 per cento.
Questo testo è tratto dallo spettacolo Incantesimi.
Internazionale, numero 639, 28 aprile 2006
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