Il 24 dicembre del 2012 Gigi Giannuzzi, fondatore e instancabile animatore di Trolley Books, una delle case editrici più creative degli ultimi dieci anni, è morto, colpito da un cancro fulminante. Provo tristezza, profonda tristezza, all’idea di non poter più rivedere questo amico, un personaggio stravagante, dal dinamismo eccezionale, capace di riscoprire fotografi come Philip John Griffiths, ma anche di scoprire un gran numero di giovani talenti. Arte contemporanea o fotogiornalismo, impegno e voglia di mettersi in gioco, quello che lo interessava veramente era il senso. Il senso della vita, quello della scommessa, quello della responsabilità.

Prima che sia pubblicato il libro che stava preparando per celebrare i dieci anni della casa editrice – su cui certamente torneremo – una mostra organizzata in pochi giorni a Londra, al Londonewcastle Project Space, gli rende omaggio. Fino al 27 gennaio (pochi giorni incastrati in una programmazione che non ammette pause) si potranno vedere le immagini di tanti fotografi pubblicati da Gigi: Nan Golding, Alex Majoli, Stanley Greene, Paolo Pellegrin, Adam Broomberg e Olivier Chanarin, Tom Stoddard, Nina Berman, Thomas Dworzak, Alixandra Fazzina, Robin Maddock, Jaime Morgan, Paul Fryer e Polly Morgan, giusto per fare qualche nome. Volevo dire solo questo. Era importante farlo.

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