Cosa pensi dell’idea di sostituire le parole madre e padre negli atti pubblici con genitore uno e genitore due? –Ivano

Negli ultimi anni mi è capitato spesso di sbarrare la parola “madre” nei moduli dei nostri figli e sostituirla con “padre” per inserire il mio nome e quello di mio marito. Non mi costa molto farlo: avverto l’impiegato che ho corretto il foglio perché siamo due padri. Di solito però la sua reazione è d’imbarazzo: “Eh lo so, ha fatto bene. Sa, i moduli non prevedono…”.

Allora io gli ricordo che i moduli non sono mica il vangelo: si possono correggere e ristampare nel giro di qualche giorno. E il suo imbarazzo aumenta. Certo, trovare un modulo che prevede la nostra esistenza per lo stato italiano sarebbe una bella sorpresa. Ma è soprattutto per i funzionari che mi preoccupo: perché quella barra ha un valore di protesta. Ogni volta mi trovo costretto a fare una piccola lezione di civiltà all’impiegato pubblico che ho di fronte gettandolo nel più completo imbarazzo, poverino.

Allora, su, andiamo incontro a questi malcapitati: correggiamo i moduli e mettiamoli nella condizione di non vergognarsi dell’istituzione per cui lavorano. Sarebbe un bell’inizio per rimettere in carreggiata il nostro paese. Anche se chiaramente poi non risolverà l’imbarazzo dei bambini quando qualcuno gli chiederà: “A chi vuoi più bene, al genitore uno o al genitore due?”.

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