Siamo australiani, abitiamo a Milano da qualche mese e mio marito si occupa di nostro figlio a tempo pieno. Cosa ne pensi del “mammocentrismo” della società italiana?–Chanel

Prima di rispondere devo farti una domanda io: come vi è saltato in mente di lasciare l’Australia per l’Italia? L’unica spiegazione possibile è che, nel tentativo di arginare un’invasione di rospi velenosi, avete accidentalmente dato fuoco alla casa e poi una tempesta tropicale forza cinque ha raso al suolo quel poco che ne restava. Perché sennò non vedo altre ragioni.

Ma ormai vi siete trasferiti ed è bene abituarsi al nostro mammocentrismo. Al primo incontro con i genitori del nido delle mie figlie, qualche anno fa, la pediatra della scuola esordì con un caloroso “grazie a tutte di essere venute”, anche se almeno un terzo dei presenti era composto da uomini. E ha continuato dicendo: “Cominciamo subito, che vi vedo stanche”. Ma poi ci sono pubblicità, riviste, prodotti: siamo bombardati di mamme in tutte le salse, mentre i padri in giacca e cravatta appaiono solo di sfuggita mentre corrono al lavoro felici.

Questa tendenza però esiste anche oltralpe. A Ginevra faccio parte del gruppo di genitori Geneva moms e le maestre (tutte donne) chiamano l’uscita da scuola “l’heure des mamans”. Ogni papà a tempo pieno quindi fa fare un passo avanti alla società. E sono sicuro che grazie alla storia dell’invasione di rospi velenosi tuo marito è già la star del parco giochi.

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