Come faccio a passare più tempo di qualità con mia figlia durante la settimana?–Luca

Nei primi mesi in cui siamo arrivati in Svizzera, ogni mattina incrociavo una mamma spagnola con i suoi due figli. Portavamo i bambini alla stessa scuola e per settimane ci siamo visti a un’infinità di eventi d’inizio anno, ma il nostro rapporto non andava mai oltre un cenno di saluto. All’epoca cercavo nuovi amici come un lupo affamato e non mi spiegavo perché lei tenesse le distanze. Poi è arrivato il momento della verità.

Costretta dal ritardo delle maestre a scambiare due chiacchiere all’uscita di scuola, con aria terrorizzata mi ha chiesto: “E dimmi… tua… moglie, lavora?”. Quando le ho risposto che non ho una moglie ma un marito, ho temuto che stesse per abbracciarmi: “Davvero? Oddio, che sollievo!”. Mi ha spiegato che non riusciva a capire come mai la madre dei miei figli non si facesse mai vedere. “Allora mi sono convinta che fosse gravemente malata. O anche peggio…”.

Non ho capito bene perché, ma il fatto che invece di una madre assente ci fosse un padre assente l’ha tranquillizzata. La sera ho detto a mio marito: “Sai che a scuola pensano che sono vedovo? Il tuo coinvolgimento nella vita scolastica dei bambini equivale a quello di una madre morta”. Da quel giorno i bambini a scuola li ha accompagnati lui. Così si è ritagliato un momento di cui va gelosissimo. E ora l’intero quartiere sa che a casa stiamo tutti bene.

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