L’anno prossimo saranno pubblicati due miei libri, il settimo e l’ottavo. La gente ha strane idee su quelli che scrivono libri. La più comune è che chiunque riesca a pubblicare faccia un sacco di soldi. Con due libri in un anno, m’immagineranno sdraiato su una spiaggia ad Acapulco affiancato dai miei domestici che staccano acini d’uva e m’imboccano con delicatezza. Non è così. Alcuni dei miei libri sono stati tradotti in molte lingue, ma dubito di averci mai guadagnato più di seimila euro all’anno, la mia attività di autore è stata essenzialmente un passatempo finanziato da un lavoro ben retribuito come giornalista.
Ve lo dico perché il lockdown ha fatto improvvisamente aumentare il numero di manoscritti di aspiranti autori che sognano ricchezze mitologiche. Nelle caselle email di editori e agenti letterari sono arrivate proposte di persone che vanno dall’appena alfabetizzato all’ostentatamente erudito. Romanzi la cui trama ha un’evidente somiglianza con i best seller del 2019, storie per bambini così sentimentali che avrebbero nauseato perfino Walt Disney, “viaggi” personali di narcisisti e fantasie distopiche che dimostrano una cosa: i loro autori, più che di un editore, hanno bisogno di cure psichiatriche. Ma in una montagna di scarti ci saranno uno o due originali, che potrebbero rendere i loro creatori, se non dei miliardari, almeno autori degni di essere letti. Visto che alcuni di voi potrebbero unirsi a questa fila di speranzosi, ho pensato di condividere alcune riflessioni.
Il mondo è pieno di autori inesperti che sono passati da editori a pagamento: ne sono usciti alleggeriti di migliaia di euro
Innanzitutto, evitate come un virus appena arrivato da oriente l’editoria a pagamento. Una grande casa editrice accoglie pochi autori, e normalmente gli paga un “anticipo” di poche migliaia di euro in cambio dei diritti. La casa editrice sostiene i costi di revisione, grafica, stampa, distribuzione e promozione. Inoltre, quando la percentuale sul prezzo di vendita destinata all’autore (che in Italia va dal 7,5 al 15 per cento) ha coperto i costi dell’anticipo, lo pagherà di più e continuerà a farlo finché il libro avrà smesso di vendere.
Un editore a pagamento funziona in un altro modo. A differenza delle case editrici più importanti (molte delle quali non accettano manoscritti non richiesti), accetta quasi tutti i libri che gli vengono offerti. Questo perché non guadagna vendendo libri, ma vendendo servizi (e libri) agli autori. In realtà la maggior parte delle librerie, almeno nel Regno Unito, non accetta libri pubblicati da editori a pagamento. Un editore di questo tipo (che naturalmente non si definisce tale) può essere onesto e offrirvi dei servizi che vi permettono di pubblicare il vostro libro. Si occupa della revisione, della grafica, della stampa eccetera e poi prevede un prezzo a copia, a seconda di quante ne ordinerete. Ma ci sono editori che nascondono i loro veri obiettivi, vi dicono che il vostro libro ha bisogno di un certo lavoro di revisione e vi spingono a rivolgervi a un costoso editor (che pagherà l’editore per questa raccomandazione). Oppure vi fanno firmare un contratto in cui accettate di comprare un certo numero di copie del libro (il cui prezzo coprirà ampiamente tutte le loro spese).
Il mondo degli aspiranti scrittori è pieno di autori inesperti che sono passati da editori a pagamento: ne sono usciti alleggeriti di migliaia di euro e con una stanza piena di scatoloni di volumi non letti. È meglio tenersi alla larga da qualsiasi editore vi chieda dei soldi. Vale anche per gli agenti che vogliono essere pagati per un lavoro di revisione. E le trappole non finiscono qui. Ci sono concorsi letterari che vivono per spillare i soldi dell’iscrizione agli autori, programmi che attribuiscono dei premi al vostro libro se pagate una quota, e antologie che sceglieranno le vostre poesie solo se accetterete di comprare un certo numero di copie.
Che fare quindi? Continuate a provare con i grandi editori. Le possibilità di successo sono poche (nel Regno Unito tra il 96 e il 99 per cento delle proposte viene rifiutato), ma ignorate i no e continuate a lottare. Il libro Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert Pirsig fu rifiutato 121 volte prima di essere pubblicato, e ha venduto più di cinque milioni di copie. Poi provate l’autopubblicazione, come ebook o attraverso Amazon, oppure con un onesto servizio di revisione, grafica o stampa. Un autore britannico si è rivolto a uno di questi servizi pagando 6.956 euro per 1.500 copie, cioè 4,63 euro a copia. Ma ogni copia venduta con Amazon a 11,1 euro gli ha garantito appena 2,80 euro. Solo quelle che ha venduto di persona, o nei negozi, hanno generato un profitto (consiglio della scrittrice Suzan St Laur su Amazon: “Dite agli amici di comprare il vostro libro in un giorno preciso. Questo lo farà salire al primo posto delle vendite per un paio d’ore”).
Ma, prima di tutto, ricordatevi che l’unico motivo per scrivere è avere qualcosa da dire che meriti di essere raccontato: non fatelo solo perché avete un po’ di tempo libero o perché sperate di diventare ricchi.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul numero 1368 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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