Paolo Cattaneo, L’estate scorsa
Canicola, 208 pagine, 17 euro

Paolo Cattaneo (classe 1982, qui al suo primo romanzo a fumetti) racconta con grande fluidità narrativa una gita e le piccole (ma grandi per chi le vive dal di dentro) vicissitudini adolescenziali come fossero un’avventura da esploratori. Riesce nell’impresa di esprimere il suo punto di vista sulla vita sovrapponendolo in maniera perfettamente organica al punto di vista di un gruppo di amici, adolescenti come tanti.

È una filiazione esplicita di Dormire nel fango di Edo Chieregato e Michelangelo Setola (Canicola) per l’impianto grafico interamente a matita (privo quindi del secondo passaggio a china per delineare personaggi e luoghi); per le tematiche, il sentimento di fondo di microapocalisse nella mediocrità che forse provocherà l’apocalisse con la A maiuscola, di cui la cometa di Hale-Bopp è una metafora lieve; per la ricerca della bellezza nel pus come nello scarafaggio. Ma l’autore riesce comunque a essere personale e sottile. Delle microimmagini comunicano insieme una sensazione di poesia cosmica universale e qualcosa della piccolezza del disegno infantile: incerto, fragile, ma anche spontaneo, veritiero.

Al pari delle ricche sfumature di grigio (spesso delicate), delinea caratteri adolescenziali in tutta la loro varietà, vivi, anche se forse noi siamo già morti. L’ambientazione del 1997 è inserita tra il 1991 (prologo) e il 1992 (epilogo), nella cerniera tra tangentopoli, Berlusconi e la fine della guerra fredda. Avvolta, in bianco e nero e a matita, in una sorta di pop-art dell’infanzia. Forse, è già tutto passato.

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