“Fortino direi… Io a Lanciano l’ho sentito fortissimo… Danni a Roma?… A San Salvo bello forte… Roma, 6 piano, piuttosto forte… Anche a Silvi si è sentito bello forte… A Napoli la gente è per strada, lunghissima e ondulatoria… In provincia di Foggia si è sentito forte, il lampadario ha ballato fino a qualche minuto fa…”. Poco dopo le tre e trentadue della notte del 6 aprile, i siti di social networking come Twitter, FriendFeed e Facebook hanno battuto i grandi quotidiani, le agenzie di stampa, le principali reti televisive. Che si tratti delle prime testimonianze di un violento terremoto o della cronaca da un’isola caraibica, i mezzi di informazione tradizionali non sono più il primo posto dove istintivamente andiamo a cercare le notizie. Certo, molte aree del pianeta sono ancora al buio, ma è solo questione di tempo e in rete arriveranno anche un blogger nordcoreano o uno ruandese. Ai giornali e ai giornalisti resta il compito di approfondire e soprattutto dare un senso. Non è poco.

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