A volte succede che mentre Internazionale è ancora in lavorazione, un redattore si accorge di un errore, si precipita a correggerlo e scopre che è troppo tardi: la pagina è stata mandata in tipografia. Non gli resta che aspettare l’uscita del giornale, quando l’errore sarà stampato in 150mila copie ed esposto al pubblico ludibrio. Non solo: prima di poter pubblicare la correzione dovrà aspettare l’uscita del numero successivo.

Se l’errore è in un testo online, invece, può inserire subito la correzione segnalando che il testo è stato modificato rispetto alla versione precedente (correggere sperando che nessuno si sia accorto di nulla non vale). La scorsa settimana l’editoriale di Giovanni De Mauro è uscito in due versioni. Sulla carta contiene un’imprecisione: i giornalisti presenti alla convention dei repubblicani sono cinque per ogni delegato, non tre. Nella versione online il testo è stato corretto.

Altre volte invece ci si accorge di un errore durante la lavorazione del giornale e si fa in tempo a correggerlo. Fino a un secondo prima di andare in stampa, nel titoletto della pagina di arte c’era scritto, erronea­mente, Londra. È stato cancellato appena in tempo. Ma poi nessuno ha pensato di toglierlo anche dalle edizioni per iPad, iPhone, Android e pdf. Una rivincita della carta.

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