Non conosce le regole della punteggiatura. Non distingue i maschili dai femminili, né i singolari dai plurali. Non sa come si va a capo. Non gl’interessa se il sommario rimanda a una pagina che non esiste. Non capisce la differenza tra i princìpi e i principi. Non sa cosa sia il buon senso. Il correttore ortografico automatico è uno strumento molto utile per scovare errori e refusi in un testo. Ma niente può sostituire l’intelligenza, l’esperienza e la pazienza del correttore di bozze.
Tutte le settimane Sara e Lulli, le correttrici di bozze di Internazionale, setacciano ogni pagina del giornale, carattere dopo carattere, e scovano incongruenze, refusi, inesattezze, grafie sbagliate e conti che non tornano. A volte lavorano in coppia: una legge a voce alta e l’altra controlla che il testo corrisponda. Trovano tutto quello che sfugge al redattore, al correttore automatico, e spesso anche al lettore.
Quando leggiamo, infatti, i nostri occhi procedono a salti: non si soffermano sui singoli caratteri, leggono quel tanto che basta per capire. Avanzano di sillaba in sillaba e di parola in parola. Quanti di voi, per esempio, si sono accorti che a pagina 22 dello scorso numero, proprio all’inizio dell’articolo, c’era scritto “una paragone” invece di “un paragone”?
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