“I giornalisti non comprendono il grande potenziale etico delle correzioni”, affermano Zohar Kampf, professore di giornalismo e comunicazione dell’università ebraica di Gerusalemme, ed Efrat Daskal, un suo allievo. I due studiosi hanno esaminato le correzioni di tre giornali di diverse parti del mondo – Yedioth Ahronoth (Israele), Usa Today (Stati Uniti) e Daily Express (Regno Unito) – e hanno concluso che per molti giornalisti le correzioni sono solo motivo di vergogna, perciò sono spesso scritte in modo poco chiaro o approssimativo.

In un articolo pubblicato sulla rivista Communication Theory, Kampf e Daskal spiegano come scrivere la correzione perfetta: bisogna accettare la propria responsabilità etica, magari con una formula di scuse; ammettere l’errore, descriverlo e spiegare come è avvenuto; identificare il colpevole e le vittime. Senza paura: nessuno si aspetta che i giornalisti siano perfetti. Ma chiunque s’insospettisce se un giornale non fa mai errori.

Per questo Kampf e Daskal suggeriscono ai giornalisti che sbagliano di dare più informazioni sulle cause degli errori. “Spiegare quello che succede dietro le quinte può essere importante per i lettori, che potranno capire meglio le complessità e le difficoltà del lavoro giornalistico”.

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