Lisa Signorile, L’orologiaio miope
Codice edizioni, 214 pagine, 19 euro
Quando chiediamo a qualcuno di nominare il primo animale che gli viene in mente, la risposta di solito è mucca, cavallo, più di rado leone. Sempre mammiferi, di solito nobili, utili o carini. Secondo la biologa Lisa Signorile questo avviene perché tutti, senza accorgercene, abbiamo in mente una scala della natura che vede al vertice noi stessi, in compagnia delle creature che popolano i libri delle nostre letture d’infanzia.
Gli altri animali, quelli che collochiamo sui gradini più bassi di questa scala (calamari degli abissi, lumache marine, parassiti dei pesci, topi velenosi) sono tuttavia molto più interessanti per capire i meccanismi dell’evoluzione. Questi esseri estremi, che nel corso delle generazioni hanno mobilitato le risorse a loro disposizione per sopravvivere in ambienti inospitali, sono perfetti per illustrare le logiche dell’adattamento e il funzionamento della vita. Scheda dopo scheda, l’autrice presenta questi mostriciattoli con verve e affetto.
Di ognuno, il lettore, anche quello giovane, può seguire la vicenda evolutiva, capire come mangia e come si riproduce. Dopo aver conosciuto nematomorfi e candirù, missine e tardigradi, gimnuri e desman, avrà la sensazione di aver esplorato un paesaggio di cui non sospettava l’esistenza, un mondo più ampio, che permette di vedere sotto una nuova luce quello conosciuto.
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