Eva Illouz, Perché l’amore fa soffrire

Il Mulino, 297 pagine, 22 euro

Non fatevi ingannare dal titolo e dalla lacrima sulla copertina. Questo libro non è un volumetto di psicologia spicciola pensato per alleviare le pene d’amore, ma un innovativo trattato di sociologia che cerca di comprendere in che modo i nostri sentimenti cambino con il mutare della società in cui viviamo.

Secondo Illouz anche nell’amore c’è stata una “grande trasformazione” – parallela a quella che Polanyi ha individuato nella comparsa di un libero mercato in economia – in seguito alla quale le scelte sentimentali individuali sono state sradicate dal tessuto morale e sociale del gruppo e hanno cominciato a prevedere criteri nuovi, come l’intimità emotiva e l’attrazione sessuale. Questa trasformazione non ha coinciso con una semplice prevalenza della dimensione individuale su quella familiare e sociale, ma ha ricombinato gli elementi esistenti in una sintesi nuova.

Oggi nella scelta del partner conta di più il proprio gusto, ma resta importante la strategia di conservazione e di miglioramento della propria condizione economica. La libertà assoluta delle scelte e la loro organizzazione in un vero e proprio mercato competitivo, inoltre, tendono a renderci tutti molto più incerti. Alla fine di questa impegnativa lettura il lettore innamorato capisce di essere una pedina in un gioco molto più grande di lui. Gli resta la scelta se sentirsi più tormentato o più sollevato di prima.

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