Patrick Dennis, Zia Mame
Adelphi, 380 pagine
Il best seller a sorpresa dell’estate continua a vendere molto. Perché? Cercare di capire i motivi del successo abnorme di un romanzo è sempre istruttivo, tanto più quando si tratta di un romanzo di molti anni fa.
Uscito nel 1955, diede vita a uno spettacolo teatrale che resse a Broadway per anni, grazie a Rosalind Russell in un personaggio che sembrava costruito per lei, specialista in donne bizzarre della commedia hollywoodiana. Il film, fiacco, ebbe ancora lei per interprete, la splendida Mame anticonformista che anticipa le mode, cacciatrice di miliardari e protettrice di artisti, e zia (sostituta di madre e di padre) di un ragazzino che più tardi ne racconterà le imprese.
Vagamente autobiografico, ambientato dopo la grande crisi, anticipava idee e stili di vita che l’America conformista non conosceva ancora e non apprezzava. Il suo successo fu grande e comprensibile ma oggi sembra confermare i luoghi comuni del nostro narcisismo benestante, zeppo di “bizzarrie” collettive, ben più osé di quelle di Mame.
Molti anni dopo, un’altra stramba zia trascinava un nipote imbranato in avventure molto più scatenate e conturbanti. Parliamo di In viaggio con la zia di Graham Greene, che consigliamo di recuperare ai cultori di Zia Mame.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it