Aleksandar Hemon, Amore e ostacoli

Einaudi, 184 pagine, 18 euro

Teju Cole, Ogni giorno è per il ladro

Einaudi, 138 pagine, 16 euro

Tornano due autori che ci sono cari perché esemplari del rimescolamento etnico e culturale che il mondo sta vivendo: il primo (autore di Il progetto Lazarus e Il libro delle mie vite) è nato a Sarajevo e vive a Chicago. Il secondo (Città aperta) è nigeriano di madre tedesca e vive a Brooklyn. Sono quindi due irrequieti e nevrotici cittadini del mondo, più scrittore il primo e più “attore” il secondo.

Se hanno scelto l’America però non la idealizzano, tutt’altro. Il libro di Hemon è una raccolta di racconti. Lega il passato (la Bosnia di prima dei massacri, la famiglia, i sogni, le premonizioni di violenza) al presente stupido e feroce degli Stati Uniti ed è insoddisfatto e lucido anche rispetto alle sue contraddizioni: un grande talento, una penna (diciamo un computer) di cui si ha bisogno.

Il racconto forse più bello e stridente è Il direttore d’orchestra. Parla di sé ma guarda agli altri, non solo agli intellettuali, e sa di non esserne migliore. Lo stesso è per Cole, che accompagna il suo diario di ritorno a Lagos con foto che fanno da filtro all’emozione e alla brutalità di una città travolta da una caotica modernità, confusa di corrotta vitalità. Tutt’altra cosa da certi nostri giovani bene che si dilettano a raccontare la loro turistica scoperta del mondo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it