Pierluigi Longo

Scheda pratica Dal latino sperma, spermatis, lo sperma è composto ovviamente dagli spermatozoi, ma non solo da quelli. Secondo Wikipedia, contiene liquido seminale, macrofagi polinucleati, ormoni della crescita, cellule staminali, sostanze nutritive, oligoelementi e cellule epiteliali. Se mai voleste nutrirvi di sperma (si chiama seminofagia), ogni eiaculazione vi fornirebbe 150 milligrammi di proteine, che non è granché. Avviso al 45 per cento delle donne francesi a cui è già capitato di ingoiare: sappiate che sul piano dietetico siete impeccabili. Nel sistema Nutri-score, lo sperma è infatti classificato come A (a patto, ovviamente, che il fornitore non abbia malattie sessualmente trasmissibili, come l’herpes o l’epatite B).

Numeri Un uomo produce 1.500 cellule di sperma al secondo, il che equivale in media a 1.500 terabyte di informazioni per eiaculazione… anche se in meno di cinquant’anni la qualità dello sperma si è dimezzata.

Igiene Nei minuti successivi all’eiaculazione, lo sperma passa da un aspetto gelatinoso a una consistenza molto più liquida, la cui aspettativa di vita – in un ambiente asciutto – si può calcolare in anni. Attenzione alle macchie (specie sui vestitini, come può testimoniare l’ex presidente americano Bill Clinton)!

Simbologia Per Epicuro lo sperma era “una parte staccata dall’anima e dal corpo”. San Tommaso d’Aquino lo chiamava “sostanza divina”. E non è che l’inizio! Il sessuologo Gérard Tixier prende atto di questa glorificazione nell’unico libro interamente dedicato allo sperma, pubblicato nel 1994 (Le sperme, Puf): “Si ha la sensazione che l’uomo sia dotato di una vera e propria coscienza spermatica, che lo porta a considerare il proprio sperma al pari di gocce di cervello, di parole vive”. Poco rassicurante per il futuro dell’intelligenza maschile, considerato come in tutto il mondo la conta degli spermatozoi stia precipitando. Ma una simile sacralità dello sperma si spiega facilmente con l’aspirazione alla fertilità che caratterizza le grandi civiltà. Producendo anche direttive contraddittorie: il seme è sì un dono, ma bisogna saperlo trattenere.

Malinconia Già nel Medioevo, ai tempi dell’amor cortese, trattenere lo sperma era di rigore per evitare “la temibile tristezza post-coitale” (Michèle Dolin, Duels éternels, duos éphémères, 1989). Quale giovanotto non ha mai avvertito una punta di malinconia negli istanti successivi all’orgasmo? Per Gérard Tixier, quella minima sensazione schiude le porte a interrogativi decisamente metafisici: il “tema dell’insicurezza [maschile] resta centrale, come se quel liquido, perduto per sempre, ricordasse a tutti la propria finitudine”. La petite mort non ha mai avuto nome più appropriato.

Strategia Allo sperma si devono le sconfitte e le vittorie militari? Lo ipotizzava il chirurgo francese Claude François Lallemand (1790-1854) nel suo Des pertes séminales involontaires (Perdite seminali involontarie, 1836), in cui attribuiva la caduta dell’impero romano a un “eccesso di eiaculazioni”. Lo sperma si prenderà una rivincita militare qualche secolo dopo, durante la prima guerra mondiale, quando “gli agenti britannici scoprirono che si poteva usare come inchiostro invisibile” (Sang sueur salive… La surprenante mécanique des fluides (du corps), Asmund Eikenes, Dunod, 2021). Attenzione però all’odore di sperma che rimarrebbe sulla carta.

Una fake news Con una rapida ricerca su Google, oggigiorno è possibile procurarsi dello sperma sintetico. A che pro, vi chiederete? La risposta viene direttamente dalla pornografia: il cosiddetto money shot, culmine di ogni scena a luci rosse, richiede un’eiaculazione maschile, preferibilmente spettacolare. Per il professore e saggista Antonio Dominguez Leiva, il money shot “colloca automaticamente l’eiaculazione maschile al centro dell’economia di produzione, essendo ciò a cui le riprese devono rigorosamente approdare, a qualunque costo” (Esthétique de l’éjaculation, Murmure, 2012). Per irrigare a comando, e garantire quindi la perpetuazione del sistema economico, ci sono interpreti che non esitano a munirsi di pompette di finto sperma, che costano comunque 89 dollari al flacone da 75 centilitri. Il prezzo di un Meursault Premier Cru del 2020.

Ricetta Poiché il finto sperma industriale costa un occhio, facciamoci consigliare la ricetta dell’esperto di cinema pornografico Eric Falardeau: “Una miscela di acqua, uovo, amido di mais, maionese, sapone o lubrificante” (potete trovare la ricetta nel suo libro Le Corps souillé. Gore, pornographie et fluides corporels, pubblicato nel 2019 da L’Instant même).

Pratica La più nota è sicuramente l’eiaculazione facciale, che sembra aver conquistato poco meno di un quarto della popolazione francese (il 21 per cento delle donne nel 2021, rispetto al 27 per cento del 2016). Da lì in poi c’è di tutto, dalle cose più trash (il bukkake, alias la doccia di sperma) alle più eleganti (come la “collana di perle”, che consiste nel decorare di gocce di sperma il corpo del partner). Nelle acque più torbide della pornografia si trova anche la moda del milking, che consiste letteralmente nel “mungere” l’uomo come se fosse una mucca da latte, o piuttosto un toro da sperma.

Feticismo Per il feticismo dello sperma non esiste un nome. Ma basta osservare l’entità della produzione pornografica per concludere che si tratta di una svista, se non di una repressione collettiva. Secondo uno studio italiano pubblicato nel 2007 sull’International Journal of Impotence Research, il 9 per cento di noi ha almeno un feticcio legato ai fluidi (sperma, eiaculazione femminile, sangue mestruale, urina, latte materno e così via).

Poesia Il seme maschile ha ispirato i poeti, tra cui Boris Vian nei suoi Ecrits pornographiques (1946-1956): “Sul tuo viso così teso sulle tue narici larghe sui due seni aguzzi scrivo il tuo nome / Sullo scudo del tuo ventre sulle tue cosce aperte sul tuo scorrevole mistero scrivo il tuo nome / Sono venuto qui stanotte per imbrattare ogni cosa sono venuto per il nome per scriverlo con lo sperma”.

Consiglio di lettura: nel suo Esthétique de l’éjaculation, Antonio Dominguez Leiva rende omaggio “all’unica opera letteraria interamente dedicata alla questione dell’eiaculazione”, ovvero La insolita y gloriosa hazana del cipote de Archidona (L’insolita e gloriosa impresa del randello di Archidona, del Nobel spagnolo Camilo José Cela, pubblicato nel 1977). L’autore vi riporta un episodio avvenuto in Spagna il 31 ottobre 1971: un bracciante agricolo seminò il panico in un cinema della provincia di Malaga masturbando un amico fino a farlo inondare di sperma vari spettatori, anche due file più in là. Tra il danno arrecato ai vestiti e quello alla cultura patriarcale franchista, l’episodio fece notizia.

(Traduzione di Matteo Colombo)i

Maïa Mazaurette è lo pseudonimo di una scrittrice, editorialista, blogger e pittrice francese, nata a Parigi nel 1978. Nelle sue opere tratta principalmente temi legati alla sessualità, al genere, al ruolo delle minoranze e al corpo. In Italia è stato pubblicato il suo libro Il chiodo fisso (Mondadori). Ha una rubrica mensile sul quotidiano francese Le Monde.

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