1. Altare Thotemico, Correnti sotterranee (12:26)

Ok, c’è tutto tranne Demetrio Stratos: le cose astruse, gli stacchetti e i cambi di ritmo, gli assoli di batteria e i fiati jazz e i ruggiti lirici, Joe Zawinul e i Weather Report alla bolognese e un chilo di Area, uno e mezzo, lascio? Un neo-progressive, senza quasi neo; è proprio quella musica lì, prolissa ed esplorativa e a volte in grado di ricompensare un ascolto attento e paziente con slanci molto seventies e virtuosismi strumentali antipop, e se questa è la vostra tazza di tè, l’album Sogno errando è una teiera intera, fumante, magmatica.

2. Patrizio Fariselli, Antropofagia (11:31)

A ritroso nel futuro affrontando l’esordio, sul moderno formato del compact disc, di un’opera datata 1977: l’album di esperimenti solisti dell’eccellente tastierista degli Area, la mitica band free-jazz-prog-rock di Demetrio Stratos. Molto cult, come l’etichetta Cramps, logo di Frankenstein e d’avanguardia. Un lungo assalto alla tranquillità dell’ascoltatore, con strategie che variano dallo stillicidio ben temperato all’uso delle registrazioni bandite del poeta Antonin Artaud. Non una battaglia facile; per curiosi o avvezzi alla musica contemporanea.

3. Banco Del Mutuo Soccorso, L’evoluzione (13:59)

“Prova a pensare un po’ diverso”, 25 anni prima di “Think different”: dalle monocellule rock agli arabeschi e gli alcioni di un concept album. Era il 1972 e il disco (riedito con libretto e live e ospitata di Battiato) era Darwin: rigogliose suite e fughe e fanfare e minimoog di Vittorio Nocenzi e il vocione barbuto di Francesco Di Giacomo e il caos organizzato intorno ad armonie squisite. E le sdrucciole in fila (“Informi esseri il mare vomita / sospinti a cumuli su spiagge putride”) a formare la favola evoluzionista. Ci provavano.

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