È il lieto fine di uno scontro come se ne vedono pochi in Europa. Laura Codruța Kövesi, 46 anni, giurista romena, è stata nominata alla guida del nuovo tribunale europeo anticorruzione, dopo un lungo ostruzionismo da parte del suo governo.
In Romania, Kövesi è stata rimossa nel 2018 dal ruolo di capoprocuratrice del tribunale anticorruzione dopo una battaglia politica quasi costata il posto al presidente romeno, che la proteggeva dagli attacchi del governo. Alla guida del tribunale, con le sue inchieste implacabili la procuratrice era diventata lo spauracchio della classe politica e dei vertici dell’amministrazione.
Nel solo 2017, Kövesi ha portato un migliaio di persone sul banco degli imputati, tra cui tre ministri, cinque deputati e un senatore. Uno dei suoi obiettivi, l’ex presidente del parlamento e uomo forte del partito socialdemocratico al potere, Livnu Dragnea, sta scontando una condanna a tre anni e mezzo di prigione per corruzione. Prima di arrivare alla sua condanna ci sono voluti un referendum e una crisi politica in primavera. È il segno che anche in Romania qualcosa sta cambiando.
Valore politico di una nomina
Nel 2018 il governo di Bucarest è riuscito a sbarazzarsi di Kövesi e pensava di averle messo la museruola. Ma non aveva fatto i conti con l’Europa. Quando il nome di Kövesi è stato proposto tra i candidati per il nuovo incarico europeo, il governo romeno ha moltiplicato gli ostacoli. Sono state aperte inchieste a suo carico, le è stato impedito di lasciare il paese e la Romania ha cercato di convincere gli altri paesi a bloccare la sua nomina.
In primavera, dopo una serie di interventi al parlamento europeo, restavano due candidati in lizza, Kövesi e un magistrato francese. In estate la Francia ha compreso il valore simbolico e politico della nomina di Kövesi e ha scelto di ritirare il suo candidato.
Si tratta di una nuova istituzione, ed era importante scegliere una personalità indiscutibile per porne le basi
A quel punto la strada era spianata, e a Kövesi bastava ottenere una maggioranza di voti favorevoli. È accaduto il 19 settembre con il voto degli ambasciatori europei, tra i quali solo cinque non hanno approvato la sua candidatura. Ora Kövesi potrà essere nominata procuratrice.
L’importanza di questa nomina è duplice. I rappresentanti della società civile dell’Europa centrale e orientale esultano per l’opposizione fallita dello stato romeno. L’Unione europea troppo spesso appare impotente davanti alle derive autoritarie di alcuni stati, e questa è una rara occasione per difendere una posizione di diritto. Inoltre, considerando che si tratta di una nuova istituzione, era importante scegliere una personalità indiscutibile per porne le basi.
La reputazione di giurista incorruttibile di Kövesi dovrebbe preoccupare tutti i paesi dove gli abusi sui finanziamenti europei sono ripetuti e di stampo politico. La nomina di Laura Kövesi, insomma, è una buona notizia. Di questi tempi ne abbiamo bisogno.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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