Da anni i militanti per la democrazia a Hong Kong temevano una Tiananmen, cioè una repressione sanguinaria del loro movimento attraverso un intervento militare, come accaduto a Pechino nel 1989. Ma il potere cinese ha imparato la lezione, e porta avanti una Tiananmen strisciante senza carri armati né colpi di arma da fuoco, e infliggendo una morte lenta, a piccole dosi, a una corrente democratica sostenuta da milioni di persone.
La morte lenta è quella che le autorità stanno imponendo anche a uno dei più grandi giornali del territorio teoricamente autonomo, il quotidiano Apple Daily, che senza dubbio sta vivendo i suoi ultimi giorni. La morte di un giornale soffocato è sempre un segno della sparizione della libertà, di una cappa di piombo imposta dall’alto.
Quella di Hong Kong era una società dinamica, aperta e libera a cui nel 1997 era stata garantita un’autonomia di cinquant’anni, quando il potere amministrativo passò dal Regno Unito alla Cina. Nel 2014 un film di fantascienza immaginava un meteorite diretto verso Hong Kong nel 2047, alla scadenza della data fissata. Ma Pechino non ha voluto attendere. Il “meteorite” del potere cinese ha già colpito il territorio.
Accanimento continuo
L’Apple Daily è minacciato ormai da tempo. Il suo fondatore, Jimmy Lai, è stato arrestato a dicembre e incatenato come un terrorista. È già stato condannato a un anno di prigione, e altre pene seguiranno a causa della nuova legge sulla sicurezza nazionale. A 74 anni, Lai rischia di non tornare mai più in libertà.
Intanto prosegue l’accanimento contro il suo giornale. La settimana scorsa 500 agenti di polizia si sono presentati nella sede del quotidiano e hanno arrestato i cinque principali dirigenti, tra cui il caporedattore Ryan Law. La giustizia ha inoltre “congelato” i conti bancari del giornale, mettendone in pericolo la sopravvivenza.
Dal 2014 l’Apple Daily è diventato un simbolo e per questo va eliminato
Il 21 giugno i dirigenti di Apple Daily ancora in libertà hanno annunciato di non poter più pagare il personale e i fornitori, comunicando che rischiano di fermarsi entro la fine della settimana.
In segno di solidarietà molti abitanti di Hong Kong hanno pubblicato sui social network foto che li ritraggono mentre leggono l’Apple Daily, ma è estremamente difficile che Pechino possa tornare sulla sua decisione.
Rullo compressore
Niente potrà salvare l’Apple Daily, che è diventato un simbolo e per questo va eliminato. Paradossalmente il giornale non è sempre stato ribelle. Lai aveva importato lo stile dei tabloid inglesi, con sesso e crimine in prima pagina. In seguito la linea è diventata più impegnata, soprattutto durante la rivoluzione degli ombrelli, il movimento per la democrazia del 2014.
Nell’arco di pochi mesi, dopo l’adozione della legge sulla sicurezza nazionale, il governo ha incarcerato i principali attivisti di Hong Kong, tra cui il giovane Joshua Wong, e ha vietato le grandi manifestazioni rituali del 4 giugno, anniversario del massacro di Tiananmen, e del 1 luglio, anniversario del passaggio dal Regno Unito alla Cina, con la grande parata annuale per la democrazia.
Nel suo primo editoriale, pubblicato nel 1995, due anni prima della restituzione, e riapparso ieri su Twitter, il quotidiano si domandava: “Sotto lo sguardo del mondo intero, chi oserà fare del male a Hong Kong?”. Oggi quella domanda appare molto ingenua. Il mondo, infatti, ha preso atto dei rapporti di forza e non farà nulla per salvare l’Apple Daily né tanto meno Hong Kong dal rullo compressore cinese.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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