Tutta l’attenzione militare era concentrata sulla città contesa di Bachmut e sull’attesa di una controffensiva ucraina e invece all’improvviso è arrivata la notizia di combattimenti dall’altra parte del confine, in territorio russo, nella regione di Belgorod.
Mosca accusa i commando ucraini di aver attraversato la frontiera per attaccare obiettivi russi, ma l’incursione è stata rivendicata da due organizzazioni russe antiputiniane, schierate dalla parte dell’Ucraina. I due gruppi hanno pubblicato alcuni filmati (impossibili da verificare) che mostrano cittadini russi in tuta mimetica a bordo dei veicoli blindati sottratti al nemico o mentre si vantano di aver abbattuto un elicottero.
Non è la prima volta che si verifica una simile incursione. A marzo c’erano stati combattimenti in villaggi situati a poche centinaia di metri dal confine, rivendicati dalle stesse organizzazioni. Stavolta la novità è l’annuncio della conquista di una località e dell’intenzione di creare una zona controllata da loro in Russia, un obiettivo che però sembra nettamente fuori portata.
Fili neri
I combattenti coinvolti appartengono a due gruppi che fanno regolarmente parlare di sé. Il primo è conosciuto con il nome di Corpi volontari russi, mentre l’altro è chiamato Legione libertà della Russia. I Corpi volontari russi sono considerati di estrema destra e li guida Denis Nikitin, un ex maestro di arti marziali. Della Legione libertà della Russia, invece, non si conosce l’affiliazione politica. Entrambe le organizzazioni sono state in passato incorporate nell’esercito ucraino, ma ormai sostengono di agire indipendentemente.
Malgrado le smentite di Kiev, sembra poco probabile che due gruppi così marginali abbiano potuto organizzare un’operazione simile senza il sostegno e il via libera dell’esercito o dei servizi segreti ucraini. In questo contesto è probabile che Kiev abbia ripreso i metodi adottati dai russi dall’inizio dei combattimenti in Donbass, nel 2014, quando forze teoricamente indipendenti erano in realtà addestrate e armate da Mosca.
Putin aveva bisogno di un successo e Bachmut è arrivata al momento giusto
Resta da capire quale sia l’obiettivo dell’operazione. Si tratta veramente di conquistare una “zona liberata” in territorio russo, che inevitabilmente avrebbe bisogno dell’appoggio dell’Ucraina? O è solo una manovra diversiva?
Da settimane gli ucraini lasciano intendere che lanceranno una controffensiva per cercare di sfondare le difese russe, che però sono state considerevolmente rafforzate negli ultimi mesi lungo centinaia di chilometri di fronte.
La Russia ha appena rivendicato un successo militare con la conquista completa di Bachmut, dopo mesi di combattimenti e migliaia di morti. L’Ucraina invece sostiene che esistano ancora sacche di resistenza, ma Putin aveva bisogno di un successo e Bachmut è arrivata al momento giusto.
Attaccando il territorio russo attraverso l’azione di ribelli, l’Ucraina riduce il peso della conquista di Bachmut e in questo modo costringe la Russia a impiegare risorse militari per proteggere le retrovie, in un momento in cui potrebbe verificarsi uno scontro decisivo al fronte.
Infine bisogna tenere presente che questa è una delle rare circostanze in cui i civili russi hanno sperimentato le conseguenze dirette della guerra, mentre gli ucraini le vivono sulla loro pelle da quindici mesi. La vendetta del Cremlino, come accaduto già diverse volte in passato, rischia di essere brutale. L’escalation prosegue inesorabilmente.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Vedi anche
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it