In Italia le donne ricoprono il 17 per cento degli incarichi nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate in borsa. Alla fine del 2011 erano il 7,8 per cento. È quanto emerge dall’ultimo rapporto della Consob sulla corporate governance nelle società quotate in Italia.

La legge Golfo-Mosca ha introdotto l’obbligo temporaneo di rispettare un’equa rappresentanza di genere nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate e a partecipazione pubblica, accelerando un processo di lenta evoluzione. L’obiettivo è raggiungere almeno un terzo di donne negli organi sociali, migliorando allo stesso tempo i processi di selezione e gli stili manageriali.

Ma a due anni dall’introduzione della legge è ancora troppo presto per dare una valutazione approfondita. Come sottolineano Daniela Del Boca e Paola Profeta su

lavoce.info, quando sarà disponibile un maggior numero di dati, si potrà valutare se l’introduzione delle quote ha effetti positivi sul lavoro femminile. Il contrasto tra la crescita della rappresentanza femminile nei consigli d’amministrazione e il livello dell’occupazione femminile in Italia, ferma ai livelli più bassi d’Europa (47 per cento), è comunque stridente.

Abolire le detrazioni fiscali per il coniuge e gli altri familiari a carico – con esclusione dei figli – e introdurre un credito d’imposta per le retribuzioni più basse della famiglia, come incentivo condizionato all’impiego, potrebbe favorire una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, indipendentemente dalle quote di genere.

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