Il pil italiano del 2010 è aumentato di 59 miliardi di euro in seguito all’adozione da parte dell’Istat delle nuove regole contabili europee (Sec 2010). Non siamo diventati più ricchi. Al contrario, parte di questo aumento è dovuto ad attività illegali come prostituzione, droga, gioco d’azzardo e contrabbando di sigarette. Quanto valgono?

Secondo l’Istat, ogni maschio italiano sessualmente attivo spende circa 200 euro all’anno per andare con le prostitute, mentre il traffico di droga genera un valore aggiunto pro capite di quasi 250 euro. Facendo un confronto con le stime fatte dagli uffici statistici di altri paesi europei, risulta che in Italia prostituzione, droga, gioco d’azzardo e contrabbando generano un valore aggiunto dieci volte più alto che in Germania, cinque volte più alto che nel Lussemburgo, doppio rispetto alla Slovenia e un terzo più alto rispetto al Regno Unito.

L’ufficio statistico britannico è stato l’unico a chiarire come sono stati calcolati questi numeri. Per la droga ha moltiplicato il numero potenziale di consumatori di sostanze stupefacenti con una stima delle dosi consumate. Il contributo della prostituzione è stato stimato raccogliendo dati sul consumo di preservativi, sul numero di “tenute da lavoro” delle prostitute e sulle abitazioni in affitto adibite a ricevere i clienti.

Non sappiamo come l’Istat abbia fatto le sue stime. Ma se crediamo a questi numeri, dovremmo ritoccare la facciata del palazzo della Civiltà italiana dell’Eur. Più che “un popolo di poeti, di artisti e di navigatori”, siamo soprattutto un popolo di drogati, contrabbandieri e puttanieri.

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