Con l’imminente uscita del film tratto dal Cacciatore di aquiloni, il best seller dello scrittore afgano Khaled Hosseini, gli aquiloni sono diventati popolari anche in Pakistan.

Tempo fa il Post, un quotidiano di Lahore, ha pubblicato in prima pagina un articolo intitolato: “Quindici morti nel Punjab per non aver rispettato il divieto di far volare gli aquiloni”. Il testo spiegava che “almeno 15 persone sono morte e più di 200 sono rimaste ferite mentre celebravano la Festa degli aquiloni, nonostante il divieto imposto dal governo”.

Gli aquiloni uccidono? “La maggior parte delle vittime è stata colpita da pallottole vaganti e qualcuno è morto strangolato dal filo di plastica. Altri sono caduti dal tetto per seguire gli aquiloni”, proseguiva il Post.

Le pallottole vaganti, lasciava intendere il giornale, erano forse il frutto di un regolamento di conti.

Titolava ancora il Post: “Con gli elicotteri si potrebbe individuare chi non rispetta il divieto”. Se la polizia avesse gli elicotteri, potrebbe “accertare subito le violazioni e arrestare i trasgressori”. Il quotidiano ricordava che dal 1995 ci sono state 460 vittime dovute agli aquiloni, causate soprattutto “dalle corde che, tese lungo le strade, tagliano la gola ai motociclisti”. E aggiungeva che due persone erano morte bruciate a causa di “un filo metallico che ha colpito un cavo elettrico facendo scoppiare un incendio”.

Un editoriale, sempre del Post, sosteneva che il divieto avrebbe a che fare con “i gruppi islamici estremisti”, che lo considerano “uno sport dispendioso e non islamico”. L’editoriale annunciava che le “mille persone arrestate per aver venduto o fatto volare gli aquiloni rischiano un processo per terrorismo”, e concludeva che “la città è totalmente in preda alla frenesia degli aquiloni e il divieto non sembra molto efficace”.

Internazionale, numero 733, 28 febbraio 2008

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