Da mezzo secolo un’organizzazione filantropica, la Wallace Foundation di New York, finanzia ricerche e iniziative che possano migliorare l’istruzione, in particolare per ragazze e ragazzi in condizione di svantaggio sociale. Con le stesse preoccupazioni espresse dal presidente Obama nel 2010 e fatte proprie da un programma di letture estive lanciato dalla moglie Michelle, “United we serve: let’s read, let’s move”, la fondazione ha affidato a una società di ricerca specializzata, la Rand Education, un’indagine (pubblicata in giugno su carta e nel sito Rand) sui disapprendimenti al termine delle lunghe vacanze estive. In generale gli alunni rischiano di arretrare di un mese rispetto alle acquisizioni scolastiche, ma anche di più se sono alunni svantaggiati.
Col corredo di dati è un po’ una scoperta dell’ovvio, che però negli Stati Uniti aiuta a rinforzare le associazioni di volontariato e i programmi estivi di sostegno ai ragazzi (lettura, ma anche corsi di canoa eccetera). Si riaccende così la disputa sull’opportunità di lunghe vacanze estive, già discussa anni fa in Gran Bretagna e Francia con altrettanta ricchezza di dati (Internazionale 848). Jacques Thélot, grande esperto di problemi educativi, ha definito l’intera questione un “serpente di mare”: suscita attenzione ma è inafferrabile per il peso di troppe forze diverse: insegnanti, famiglie, turismo, sindacati. E i ragazzi? Buone vacanze, intanto, con qualche visita a internet, bella musica, qualche buon libro e lunghe passeggiate.
Internazionale, numero 907, 22 luglio 2011
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