Il 16 giugno l’Economist, meritoriamente rispetto ai silenzi di altra stampa europea, ha riproposto, anche se con qualche punta di ironia e un po’ di scetticismo, la notizia data l’8 giugno dal Bangkok Post: Yingluck Shinawatra, la quarantacinquenne presidente del governo eletta con una maggioranza assoluta meno di un anno fa, ha distribuito i primi tablet a un gruppo di bambine e bambini di prima elementare. Dal Bangkok Post apprendiamo che per la fine di luglio si completerà la distribuzione di 400mila tablet (prodotti in Cina) agli allievi di primaria e a 50mila insegnanti. Di questi sarà curata la formazione a una didattica che sfrutti la tecnologia resa disponibile e toccherà a loro riferire sui risultati dell’esperienza avviata.

La notizia merita più d’un commento. Tablet e accesso alla banda larga nelle scuole erano stati uno dei punti salienti del programma elettorale di Yingluck. Ora da presidente onora la promessa e lei stessa ne cura la realizzazione. Come avviene nel mondo, e non avviene in Italia, sono i capi di governo a delineare e guidare le politiche scolastiche. Famiglie e società avevano finora affidato agli insegnanti, molto ben pagati, soprattutto compiti di unificazione linguistica e civile, fondamentali in un paese di identità precaria e grandi diversità idiomatiche, badando meno alla qualità degli apprendimenti. Questa risulta pessima nel confronto internazionale. Con i tablet a tutti gli studenti e gli insegnanti, Yingluck vuole dare uno scossone alla scuola.

Internazionale, numero 955, 29 giugno 2012

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