Il 13 maggio l’Unione europea ha presentato Multirank, una nuova classifica mondiale delle università: circa ottocentocinquanta, soprattutto europee (diciassette le italiane), ma anche latinoamericane e africane. Altre, se vorranno, potranno aggregarsi. Per ora le aree considerate sono fisica, ingegneria meccanica ed elettrica, economia e commercio. Seguiranno dal 2015 informatica, psicologia e medicina. Poi arte e letteratura e scienze umane. La classifica è opera dell’Observatory on academic ranking and excellence, un consorzio europeo. Le scelte di base furono spiegate l’anno scorso, come qui riferimmo, da Jan Sedlak, presidente del consorzio, e discusse poi in un incontro a Varsavia.
Rispetto ad altri ranking internazionali (Arwu di Shanghai dal 2003, poi le spagnole Webometrics e Scimago, Quacquarelli Symonds e, dal 2009, Thomson Reuters) le maggiori novità sono tre: il grande aumento del numero di università censite; la moltiplicazione dei criteri, estesi dal successo accademico e scientifico dei docenti alle capacità di formazione degli studenti e al rapporto col territorio; la possibilità per l’utente di personalizzare la classifica sulla base di uno o l’altro dei molti criteri utilizzati. In piccola parte Multirank pare avere accolto l’impostazione delle classifiche del Washington Monthly college ranking e del Community college survey of student engagement (Ccsse), che guardano soprattutto alla reale vita di studio e formazione degli studenti.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it