I recenti negoziati tra il governo centrale di Baghdad e il governo regionale curdo sono riusciti ad appianare l’85 per cento delle divergenze tra le due parti. Massoud Haider, consulente del leader del Partito democratico del Kurdistan Massoud Barzani, ha definito “molto positiva” la prima visita del premier Mustafa al Kadhimi nella regione autonoma.
Secondo Haider i problemi principali sono le questioni soggette all’articolo 140 della costituzione irachena, riguardante i diritti dei peshmerga, i dossier del petrolio e del bilancio, e in alcuni casi i contrasti tra i poteri delle istituzioni federali e regionali.
Divergenze inasprite
Uno degli obiettivi della visita di Al Kadhimi era raggiungere un accordo sui valichi al confine con la regione curda. Il vice primo ministro Qubad Talabani ha dichiarato ai mezzi d’informazione che le due parti hanno raggiunto un accordo iniziale in base al quale andrà al governo iracheno il 50 per cento degli introiti dei dazi ai valichi di frontiera.
Le divergenze tra le due parti si sono inasprite con la crisi economica che ha colpito entrambi i governi. Erbil sostiene di aver diritto al 12,67 per cento dei fondi federali, come stabilisce la legge di bilancio irachena del 2019, ma Baghdad afferma che il governo curdo non ha rispettato la sua parte dell’accordo, in base al quale la regione autonoma dovrebbe versare giornalmente l’equivalente di 250mila barili di petrolio all’Organizzazione irachena per la vendita del petrolio, di proprietà statale.
A Baghdad i falchi si oppongono a qualunque compromesso tra il governo regionale del Kurdistan e il governo federale. Il 10 settembre, mentre Al Kadhimi conduceva la sua costruttiva visita a Erbil, in parlamento è naufragato il tentativo di raggiungere un accordo sulle modifiche alla costituzione irachena, a causa dei contrasti tra deputati arabi e curdi sui delicati paragrafi riguardanti l’identità dello stato.
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