Aiutano i giornalisti stranieri facendo gli autisti, gli interpreti, i segretari. E alla fine, spesso, imparano il mestiere di reporter. Ayub Nuri, fixer iracheno a Baghdad, racconta la sua storia
Per dieci giorni il mondo ha seguito la protesta dei monaci buddisti. Ma per far cadere un regime le manifestazioni non bastano. Serve soprattutto l’appoggio concreto della comunità internazionale
Con 85 milioni di passeggeri all’anno, Hartsfield-Jackson è l’aeroporto più trafficato del mondo. Ma i viaggiatori devono affrontare ritardi e overbooking
I fixer aiutano i giornalisti stranieri facendo gli autisti, gli interpreti, i segretari. Rischiano la vita lavorando senza protezione. E alla fine imparano il mestiere. Uno di loro racconta
Il commercio dei polli non ha confini: i petti rimangono in Europa, le ali finiscono in Cina e le cosce in Africa. Tutto sottocosto. Ma in Camerun gli allevatori si sono ribellati
Da maggio a Rio de Janeiro si ripetono scontri tra narcotrafficanti e polizia. Finora i morti sono più di quaranta, tra cui molti innocenti. Il reportage di Caros Amigos dal Complexo do Alemão
Il 14 dicembre un ragazzo di vent'anni, Adam Lanza, è entrato nella scuola elementare Sandy Hook, a Newtown, nel Connecticut, e ha sparato sugli alunni e gli insegnanti. Venti bambini tra i cinque e i sette anni sono morti, insieme a sei adulti. Lanza, prima di cominciare il massacro a scuola, aveva ucciso sua madre, anche lei insegnante. Leggi
Per capire come va il mondo c’è bisogno di fatti. Ma un libro di storia non vi lascerà mai con lo stesso rimpianto di un romanzo
L’India ha un’economia troppo veloce per le sue vecchie autostrade. Perciò sta costruendo una rete più moderna. Lunga 67mila chilometri. Le foto di Stephan Elleringmann
Famoso scrittore e leader politico, ha fondato il Partito nazionalbolscevico, oggi fuorilegge. Il suo obiettivo è far cadere Putin. E ottenere il Nobel
Si dice che in aereo ci sono due classi: la prima e quella “con i bambini”. Leggi
Scriviamo a Franco Pagetti, fotografo italiano che lavora a Baghdad con il settimanale americano Time, per chiedergli se ha delle foto di fixer iracheni. “Ho chiesto, ma gli interpreti e i fixer non vogliono essere fotografati per timore di ritorsioni sulla famiglia, soprattutto da parte della tribù”. Come in tutte le opere collettive, anche nei giornali la pagina stampata è solo il risultato finale di un lungo lavoro di squadra, sincronizzato a distanza, ripetuto e rodato ma mai al riparo da imprevisti, dove c’è anche chi rischia la vita. Le fatiche del cronista non fanno notizia, dice una buona regola del giornalismo anglosassone. Questa settimana abbiamo fatto un’eccezione per raccontare la storia di Ayub Nuri, fixer iracheno a Baghdad. Per andare a studiare giornalismo negli Stati Uniti ha dovuto lasciare il suo paese. Ed è solo per questo che siamo riusciti a pubblicare la sua fotografia in copertina. Leggi
La città senegalese conserva l’antico splendore coloniale nonostante la povertà. La sua rinascita potrebbe partire dal jazz
Una storia di Lorenzo Mattotti
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