Contrariamente a quanto suggerito da Berlino, se la Grecia dovesse uscire dall’eurozona lo farebbe in modo definitivo. Leggi
Nel testo con le raccomandazioni ai capi di stato e di governo riuniti a Bruxelles, i ministri finanziari dell’eurozona hanno scritto che la Grecia ha bisogno di un nuovo piano di aiuti che potrebbe variare tra gli 82 e gli 86 miliardi di euro sui prossimi tre anni. Per ottenerli, la Grecia dovrebbe però approvare una lista di complesse riforme entro il 15 luglio. Nel testo si solleva anche l’ipotesi di un’uscita temporanea della Grecia dall’eurozona. Leggi
Si tiene oggi pomeriggio a Bruxelles l’eurosummit con i 19 capi di stato e di governo della zona euro, che devono discutere sull’ultima proposta presentata dal premier Alexis Tsipras. Il doppio eurogruppo dell’11 e del 12 luglio si è concluso senza che i ministri delle finanze fossero in grado di trovare un accordo sul nuovo piano di salvataggio della Grecia. In serata avrebbe dovuto tenersi anche un Consiglio europeo con tutti e 28 i membri dell’Unione, ma è stato cancellato stamattina dal presidente Donald Tusk.
Sarà una lunga notte di trattativa, quella cominciata nella capitale belga, una trattativa che non si concluderà all’eurogruppo perché la palla dovrebbe passare ai capi di stato e di governo dell’eurozona che si riuniranno domani pomeriggio. L’ultimo miglio della partita greca, se ultimo miglio effettivamente sarà, chiama in causa le massime responsabilità politiche. Leggi
Nella notte i creditori della Grecia hanno fatto una valutazione positiva sull’ultimo piano presentato da Alexis Tsipras, considerato una base di partenza per le trattative. Il parlamento di Atene ha approvato a grande maggioranza una mozione che dà mandato al governo di negoziare sulla base dei contenuti del piano. Ma diciassette esponenti del partito del premier, Syriza, hanno manifestato il loro dissenso, tra cui un ministro e la presidente della camera. Diverse fonti riferiscono che potrebbe arrivare un rimpasto di governo già nei prossimi giorni. Leggi
A forza di viaggi, discorsi e riunioni, Alexis Tsipras è diventato completamente matto. Oppure ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte all’austerità, lo strapotere degli avversari e alla mancanza di liquidità delle banche greche, strozzate dai provvedimenti di Mario Draghi. Leggi
Cinque parlamentari dell’ala radicale di Syriza voteranno contro al pacchetto di riforme che ieri sera il premier greco ha mandato ai creditori per convincerli a emanare un nuovo prestito. Secondo questi esponenti del partito di governo, le misure che andrebbero adottate sono troppo dure e lontane dal programma del partito. La corrente di Syriza più di sinistra è composta comunque da 40 parlamentari. Se solo cinque di loro respingeranno il piano, non dovrebbero mancare i numeri per l’approvazione.
Dopo l’ampia vittoria dei no al referendum di domenica scorsa, Tsipras ha rafforzato la sua posizione anche sul piano interno: i leader della minoranza – dimettendosi – gli hanno garantito il supporto dei parlamentari dell’opposizione. I numeri, quindi, non dovrebbero mancare. Paradossalmente, però, il primo ministro dovrà faticare di più a convincere parti del suo stesso partito ad accettare riforme che una settimana fa erano state giudicate inaccettabili e tacciate di “ricatto”. Anche gli alleati di governo di Anel (la destra nazionalista) sono indispettiti per i tagli alla difesa.
Il governo greco ha presentato la sua proposta ai creditori, nella quale accetta le ultime richieste fatte da Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea. Il parlamento greco dovrà approvarla entro oggi, mentre i creditori devono esprimersi entro domenica. Ecco cosa prevede il piano. Leggi
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