Hiv

Il governo britannico si scusa per lo scandalo del sangue infetto

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha presentato il 20 maggio le scuse ufficiali del governo per lo scandalo del sangue infetto nel Regno Unito tra gli anni settanta e gli anni novanta, che ha causato circa tremila vittime. Leggi

Cole Porter ai tempi dell’hiv

Red hot + blue non è stato solo un album benefico ma un atto di attivismo e di coraggio. Leggi

Uno studio sull’hiv che sta cambiando la vita a migliaia di persone

Secondo i ricercatori se le terapie hanno ridotto la presenza del virus nel sangue a livelli molto bassi una persona sieropositiva può avere rapporti sessuali anche senza protezioni. È una conferma di cui si parla ancora poco in Italia. Leggi

Le contraddizioni della lotta all’aids

In Nordeuropa si cerca di normalizzare la sieropositività, ma in Italia si assiste a una drastica diminuzione delle campagne di prevenzione dell’hiv. Leggi

Tra gennaio e giugno un milione di persone in più hanno ricevuto la terapia contro l’hiv/aids.
Tra gennaio e giugno un milione di persone in più hanno ricevuto la terapia contro l’hiv/aids. Al livello globale le persone che seguono la terapia antiretrovirale sono circa 18,2 milioni, il doppio di cinque anni fa. Il risultato potrebbe portare alla fine dell’epidemia entro il 2030, come previsto dalle Nazioni Unite. Tuttavia nella lotta all’hiv/aids le giovani donne rimarranno penalizzate, soprattutto nell’Africa subsahariana, a causa dell’alto rischio di infezione, della scarsa diffusione dei test e della mancata aderenza alle cure.
L’hiv è il primo nemico delle ragazze sudafricane

La conferenza internazionale sull’aids ha rivelato che ogni anno 2,5 milioni di persone contraggono l’hiv, un dato che nel continente africano riguarda principalmente gli adolescenti. In Sudafrica il ciclo infettivo è aggravato dai rapporti tra le ragazze e gli sugar daddies, uomini maturi che danno soldi e fanno regali alle giovani in cambio di sesso. Il video dell’Afp. Leggi

Bisogna curare tutte le persone infettate dal virus hiv.
Bisogna curare tutte le persone infettate dal virus hiv. È questo il messaggio lanciato da Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, in occasione della giornata mondiale per la lotta contro l’aids. L’obiettivo di far scomparire l’aids entro il 2030 è raggiungibile, ma occorre trattare subito tutte le persone infettate dal virus hiv con la terapia antiretrovirale, senza aspettare che si manifesti l’aids. Globalmente le persone infettate dal virus sono circa 37 milioni, di cui quasi 16 milioni ricevono la terapia.
La malattia silenziosa del Sudafrica

La tubercolosi uccide ancora un milione e mezzo di persone all’anno nel mondo, il 95 per cento nei paesi in via di sviluppo. E in Sudafrica è la prima causa di morte. Ma alle case farmaceutiche non sembra interessare molto. L’inchiesta di Tomaso Clavarino e Isacco Chiaf. Leggi

Dieci bambini pachistani positivi all’hiv dopo una trasfusione

Almeno dieci bambini pachistani sono risultati positivi al test dell’hiv, dopo essere stati sottoposti a trasfusione. I bambini erano in cura perché ammalati di talassemia. Secondo i medici pachistani i casi di persone che hanno contratto il virus a causa di una trasfusione con sangue infetto potrebbero essere molte di più. Infatti il sistema sanitario pachistano è privo di fondi, le banche del sangue sono quasi tutte private e chi ha bisogno di trasfusioni si sottopone a procedure prive di controlli. Reuters

La custode della sorella

*Due anni fa ho trovato nella macchina di mia sorella una lettera in cui le dicevano che il sangue donato durante una raccolta pubblica era risultato positivo al test dell’hiv. All’epoca non le ho detto niente, perché il momento era già difficile, in teoria non avrei dovuto scoprirlo, e non sapevo cosa dire. Da allora, un paio di volte mi è sembrato che lei stesse per dirmelo, ma alla fine non l’ha mai fatto. E ho paura che non lo farà mai.

  • *Ultimamente ha anche avuto qualche problema di salute, e questo mi fa venire il dubbio che non si stia prendendo cura di sé. Mi preoccupa l’idea che non stia seguendo le terapie necessarie per paura che in casa qualcuno lo scopra (a complicare le cose c’è il fatto che la nostra è una famiglia di immigrati religiosi e moralisti).

*Io e mia sorella da giovani abbiamo avuto un rapporto complicato e solo negli ultimi anni abbiamo cominciato ad andare d’accordo. Insomma, il nostro è un rapporto fragile, ma a lei tengo profondamente. Non riesco neanche a immaginare quanto sia difficile dover convivere con l’hiv, soprattutto per chi viene da una famiglia come la nostra. Ma vorrei parlarle per farle capire che non smetterò di volerle bene, che non la rispetto meno di prima, e che voglio aiutarla a prendersi cura di sé. Voglio che si senta sostenuta, perché dev’essere terrificante affrontare una cosa del genere da soli. Solo che questo significa avere una discussione che non sono sicura di avere il diritto di affrontare. Cosa mi consigli?

  • –Sensitive Issue Surrounds Treating Erran Retroviruses

Magari tua sorella non sta affrontando l’hiv da sola. Magari si è confidata con qualche amico, è in cura da uno specialista bravissimo e frequenta un gruppo di sostegno. E se tua sorella fosse in buona salute, SISTER, ti consiglierei di dare per scontati questi presupposti, ovvero che lei abbia già l’aiuto e il sostegno emotivo che le servono. Perché in generale è sempre bene scegliere di rispettare il diritto di una sorella o di un fratello alla privacy. In questo caso si tratta di rispettare il suo diritto di scegliere le persone con cui parlare del test dell’hiv.

Ma da quello che dici non mi sembra che tua sorella sia in buona salute. Forse i suoi problemi hanno un’origine diversa e tu li attribuisci per sbaglio all’hiv (le persone sieropositive possono ammalarsi di altre cose), ma è rischioso dare per scontato che sia così. È naturale che tu voglia mostrare a tua sorella che la rispetti, ma non ha senso se questo la mette in pericolo di vita.

Se c’è il rischio che tua sorella non si stia facendo curare per paura che la tua famiglia lo venga a sapere o perché qualche altro problema le impedisce di avere accesso ai servizi per le persone sieropositive (barriere linguistiche, culturali), ti invito caldamente ad affrontare il discorso. Di’ a tua sorella quello che sai, e dille come l’hai scoperto. Se non le dici come è successo, penserà che la voce si stia diffondendo e che altri lo sappiano già. Quindi devi confessare che hai messo il naso fra le sue cose.

Poi dille che le vuoi bene, che sei preoccupata per lei, e che vuoi essere sicura che stia ricevendo tutte le cure e il sostegno di cui ha bisogno per rimanere in salute. Scoprire che conosci il suo segreto potrebbe turbarla o farla arrabbiare, ma tu puoi farle notare che gli ultimi due anni sono la prova che si può fidare della tua riservatezza. Anche se, evidentemente, non può fidarsi a lasciarti da sola in macchina con la sua posta.

Sono giovane e mi considero asessuale. Ma non è di questo che voglio parlare. Sono nata femmina, e da un po’ di tempo ho cominciato a fasciarmi il petto e a identificarmi nel genere sessuale neutro. Ma ho paura di dirlo agli altri, perché indosso abiti femminili e ho paura di essere considerata un’incoerente. Il fatto che metto gonne e vestiti da donna significa che non sono di genere neutro? A me sembra semplicemente che sto meglio con la gonna che con una camicia di flanella.

–Gender Neutral Asexual Youth

Vestiti come ti pare, scegli di essere come ti pare e lascia perdere gli idioti che si credono in diritto di criticare o stabilire la tua identità di genere.

(Traduzione di Matteo Colombo) Leggi

Partire con il piede giusto

Cosa pensereste se qualcuno vi dicesse: “Scusa ma non posso venire alla tua festa perché devo lavarmi i denti?”. Leggi

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